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LA GAM E' MALCONCIA? DOVRESTE VEDERE LA FONDAZIONE MUSEI...

Adesso le ho viste tutte. Il Crociato Padano Fabrizio Ricca
impegnato nella sua strenua battaglia in difesa della cultura
s'erge nobile e altero fra gli scranni del Consiglio comunale 
In sé e per sé, non sarebbe nemmeno tanto grave. Voglio dire: il 25 settembre in un sottorraneo dei depositi della Gam, durante un collaudo dell'impianto antincendio, c'è stata una scarica di gas inerte, un tubo ha ceduto, e cadendo ha danneggiato alcune opere lì custodite. Diamine, può capitare anche nelle migliori case. Le opere sono restaurabili, l'assicurazione paga. Tutti felici? Beh, come spesso avviene in questa città più che il buso l'è il tacon che fa schifo. La notizia è rimasta segreta, perché - si giustifica adesso l'assessore Leon - volevano aspettare gli accertamenti del perito "per dare notizie certe e non creare allarmismi". E già qui: allarmismi de che? Perché è caduto un tubo alla Gam?
Morale della favola: un dipendente della Fondazione Musei (vi ho già detto del bel clima che c'è alla Gam?) ha avvertito il Crociato Padano Fabrizio Ricca, che non ha perso l'occasione per sparare una maramalda richiesta di comunicazioni urgenti in Consiglio comunale.

Toh, hanno scoperto la manutenzione

Così la povera Leon ha comunicato con la coda fra le GAMbe che in effetti sì, l'incidente c'è stato, ma i danni sono riparabili e c'è stato pure un Consiglio direttivo che ha "concordato la necessità di programmare la manutenzione per essere consapevoli delle necessità". Occazzo, questi hanno bisogno di riunire il Consiglio direttivo della Fondazione Musei per essere consapevoli che un museo - ma anche un normale alloggetto due camere e servizi - necessita di manutenzione? E cosa si credevano, prima? Che le case stanno in piedi per grazia divina?
E' indubbio che una manutenzione alla Gam è impellente. L'ultima volta che ci ho messo piede, ad aprile, per la mostra "Colori", avevo notato anch'io alcune crepe nei soffitti che non mi parevano capolavori d'arte povera. Ma posso sbagliare: non sono né cretico d'arte, né geometra. 
In compenso persino io so bene che la Gam si porta dietro la sfiga di un edificio nato male e costruito peggio. Inaugurata nel 1959, ebbe rapida e triste decadenza: fu chiusa per cinque mesi nel 1981, e poi di nuovo nel luglio 1983 per restauri che durarono "appena" dieci anni. A questo punto, tocca di riabilitare Patrizia Asproni quando voleva ridurre l'orario della biblioteca Gam accampando l'urgenza di verificare le condizioni dei locali. Il nesso mi sfuggiva allora come oggi. Da quel dì sono passati più di due anni, la biblioteca della Gam è in via di dismissione, e in compenso i nuovi eroi scoprono adesso che ogni tanto un po' di manutenzione è necessaria. Anche alla Gam.

Ma chi la paga, 'sta manutenzione?

Resta da capire chi pagherà la manutenzione. La delibera (2017 - 01086/026) approvata nella riunione di giunta del 28 marzo scorso, quella che metteva a carico della Fondazione le spese per il riscaldamento a partire dal 2018, non chiariva in pieno a chi tocca adesso pagare la manutenzione. Ma la situazione io non la vedo comunque tanto allegra. Perché delle due l'una: o paga il Comune (che non ha soldi) o paga la Fondazione (che non ha soldi).
Accà nisciuno è fesso: Maurizio Cibrario
prima di firmare il bilancio 2017 chiede
la garanzia che i soldi ci siano davvero

Soldi in forse, sindaci inquieti

Il presidente della Fondazione Musei, Maurizio Cibrario, ha chiesto garanzie scritte dal Comune: vuole essere socuro di ricevere sul serio, cash on the nail. l'intera somma promessa come contributo per il 2017. Non ha torto: dei 4.950.000 euro preventivati nel bilancio (più 200 mila in seguito "reintegrati") ben 3.275.000 sono in conto capitale. E i soldi in conto capitale non sono certi finché non li hai in tasca; e se il Comune non li ha in cassa entro il 31 dicembre, non ci sono e basta, e il povero presidente Cibrario resta con una mano davanti e l'altra dietro. Cibrario non ha la faccia di uno che resta volentieri con una mano davanti e l'altra dietro. Nemmeno i sindaci della Fondazione hanno quella faccia. Il Collegio sindacale della Fondazione è preoccupato. Ecco perché la Fondazione Musei non ha ancora presentato il bilancio, che doveva essere pronto a giugno: chi si azzarda a firmare un bilancio al buio?

Girano brutte parole, anche i dipendenti sono inquieti

Non è soltanto il Collegio sindacale a preoccuparsi. Si preoccupano anche i dipendenti della Fondazione Musei. Con questi chiari di luna, girano brutte voci: parole come "cassa integrazione" o, peggio, "mobilità" ricorrono sempre più frequentemente tra i lavoratori dei Musei civici. E tolgono il sonno.

La maledizione del tappeto orientale

Ma la povertà ha tante declinazioni, e tante conseguenze. Comprese certe mostre rabberciate al risparmio. 
Oggi in Consiglio comunale la sventurata Leon ha dovuto rispondere anche a un'interpellanza del solito Crociato Ricca su una mostra di tappeti al Mao che ricorda da vicinissimo quella che aveva suscitato le ire dell'Appendino consigliere d'opposizione: esposizione di tappeti della "collezione privata" di un noto mercante. L'unica differenza è che Appendino se la prendeva con una mostra di tappeti cinesi, mentre stavolta sono turkmeni (i tappeti: Ricca è padano). 
Ricca nella sua interpellanza sui tappeti turkmeni ha accampato le stesse riserve accampate a suo tempo da Appendino nella sua interprellanza sui tappeti cinesi, riprendendola a tratti parola per parola; e Leon (cioé l'assessore di Appendino) ha dato a Ricca le stesse risposte che diede Braccialarghe ad Appendino. Compreso esprimere i sensi della massima fiducia nel direttore del Mao Marco Biscione, che l'Appendino di opposizione in infinite interpellanze aveva messo in graticola chiedendone a più riprese le dimissioni.

Adesso arriva il Museo del Tappeto

Ma ho trovato pure un elemento di novità, nella risposta di Francesca Leon: per spiegare la fin eccessiva dimestichezza fra il Mao e il collezionista/mercante, l'assessore ha annunciato che tale collezionista "ha espresso l'intenzione di regalare parte della sua collezione alla Città, per favorire la nascita di un Museo del Tappeto".
Brava, Francesca. 
Poi mi spieghi con che soldi lo apri, un nuovo museo. A quello che vedo e sento dire in giro, non è detto che riusciate a tenere aperti quelli che già ci sono.

Bonus track: il duetto Leon-Ricca

Per il vostro diletto, pubblico il testo della risposta di Francesca Leon sulla situazione alla Gam, e la replica di Fabrizio Ricca.
Leon: “Il 25 settembre scorso, durante una verifica semestrale dell’impianto antincendi, si sono verificati due imprevisti: l’attivazione di una scarica di gas inerte all’interno di un deposito e il cedimento della rete di distribuzione del gas estinguente, cagionante un danno ad alcune opere del deposito.
“Il sinistro, coperto dall’assicurazione, è stato segnalato alla compagnia assicurativa, ai gestori delle manutenzioni del gruppo Iren, alla Città di Torino e alla Sovrintendenza. La Fondazione ha nominato un perito di parte per la verifica della cause dell’evento.
“Durante il sopralluogo del perito assicurativo dello scorso 4 ottobre sono stati convocati tutti i soggetti interessati per rilevare lo stato di fatto del deposito e poter avviare lo sgombero del locale con il conseguente restauro delle opere danneggiate e il ripristino degli impianti.
“I danni alle opere sono restaurabili e, il 6 ottobre, la Sovrintendenza ha autorizzato l’avvio del relativo iter; le opere saranno prelevate dal deposito per il restauro.
“L’impianto antincendio risale al 2001 e nel corso degli anni è stato regolarmente mantenuto; a scopo preventivo il locale è stato isolato elettricamente e l’impianto antincendio è oggi regolarmente funzionante.
“Il perito sta esaminando la vicenda per risalire alle cause dell’incidente. La comunicazione al Consiglio comunale ha voluto attendere le risultanze dei sopralluoghi dei periti, alla presenza dei soggetti interessati, per capire la situazione fornendo informazioni precise e circostanziate. Terremo informato il Consiglio sulle successive rilevanze dei periti.
“Preciso, inoltre, che lo scorso settembre è stata concordata la necessità di stabilire una programmazione degli interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria delle varie sedi museali della Fondazione”.

Ricca: “Sono preoccupato perché la notizia è stata tenuta segreta per una settimana ed è emersa soltanto grazie alla telefonata di un dipendente. Nessuno sapeva che delle opere erano state danneggiate, e vorrei sapere quali oggetti artistici sono rimasti coinvolte nell’incidente e a quanto ammontano i danni, poiché le informazioni pervenute sinora sono approssimative.
Ma il vero problema è l’assenza di comunicazioni su una vicenda di tale rilevanza, come se in Comune nessuno sapesse niente dell’accaduto e si sia reso complice del fatto.
Peraltro anche lo stato di conservazione generale della Gam è approssimativo, e certamente occorreranno interventi di manutenzione”.

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