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CHIARABELLA COME PATRIZIONA: LIBERIAMOCI DEL BORGO MEDIEVALE

Santa Patrizia martire. Appendino pian piano rivaluta l'ex arcinemica
Soltanto gli idioti non cambiano mai idea.
Chiara Appendino non è un'idiota.
E il sindaco non è un idiota.
Inoltre, viviamo in un tempo sbandato, in cui il revisionismo è merce corrente. Ma il nostro è anche un tempo che sotto la scorza materialistica nasconde un profondo anelito spirituale: e a Torino, città dei santi sociali, si lavora per innalzare alla gloria di laici altari Santa Patrizia Asproni martire.
Vi sembra confuso? Vabbé, spiego.

Un vecchio progettino

Leggo stamattina su Repubblica che il sindaco e Appendino hanno rispolverato il vecchio progetto, tanto caro a Patrizia Asproni, di levarsi dal gobbo il Borgo medievale dandolo in concessione ai privati. Il sistema più pratico e lesto per risparmiare un bel po' di spese alla Fondazione Torino Musei, che lo ha in carico.

Quando Asproni flirtava coi francesi

Ricordate? Nel 2013 c'era una società francese che voleva affittare il Borgo per farne un "parco tematico" medievale. A Patriziona il progetto - caldeggiato già allora dalle fondazioni bancarie - garbava assai, così si sarebbe levata dalle croste la gemma meno scintillante della sua corona, risparmiando un sacco di soldi. Ma Fassino, all'epoca, s'era intestardito: voleva che il Comune entrasse nel Circolo dei Lettori. Poiché già allora i soldi sonanti nella casse civiche mancavano, Filura progettava di rifilare al Borgo al Circolo, a mo' di "quota d'ingresso". 
All'allora direttrice del Circolo, Antonella Parigi, l'idea stava benissimo: voleva fare del Borgo la sede estiva del Circolo. Asproni provò a opporsi, ma invano. La spuntarono Fassino e Parigi, il Borgo nel 2014 andò "in prova" al Circolo, e fu un totale fallimento. A fine 2014 il presidente del Circolo, Luca Beatrice, restituì tutta la baracca al Comune - cioè alla Fondazione Musei - con tanti ringraziamenti e l'invito a non provarci mai più. Seguirono scenate di routine
Alla fine della fiera la povera Asproni si ritrovò tra i piedi quel figlio disgraziato, e ricominciò a cercare un pollo per sbolognarlo.
Non ci riuscì, anche perché molti trovavano brutto consegnare un "bene comune" ai privati. Tra costoro non mancavano ovviamente gli allora consiglieri comunali grillini Appendino e Bertola.
Poi in Comune sono cambiati i titolari della licenza e i nuovi tenutari si sono liberati di Asproni, che se n'è andata sbattendo la porta e sventolando la palma di protomartire dello spoils system.

Dal revisionismo alla spiritualità: Patriziona rivalutata

Io m'ero scioccamente convinto, all'epoca, che le due signore fossero incompatibili. E invece, a riprova del fatto che io non capisco le donne e che comunque solo gli idioti non cambiano mai idea, Chiarabella dapprima ha ampiamente rivalutato le metodiche di Patriziona nella gestione dei bandi; e adesso - stando a quanto scrivono i giornali - ha pure riscoperto l'antico progetto aspronico di privatizzare il Borgo medioevale.
A quel che leggo su Repubblica, si tratterebbe di "impostare, insieme con Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo, un nuovo modello di business culturale". Delizioso eufemismo. In parole semplici, il Comune mollerà il Borgo al suo destino privato, per scaricarsi di almeno un milione di euro di costi. Un risparmio vitale: Chiarabella progetta di togliere 1,8 milioni di finanziamento alla Fondazione Musei, né penso che le fondazioni possano e vogliano riempiere di tasca propria il bucazzo che andrà ad aprirsi in quel bilancio già tanto impoverito; un bucazzo che ha indotto lo sventurato neopresidente della Fondazione Musei, Maurizio Cibrario, a paventare conseguenze drammatiche. Tipo, specifico io, la chiusura di qualche museo (magari il Borgo medioevale...) o quantomeno la cassa integrazione per i dipendenti.
Quindi, ci sta: ben vengano i polli privati, di Francia o di Spagna. E dei "beni comuni" ne parliamo un'altra volta, eh, carini?

Aspettando i privati, come la sfanghiamo nel 2017?

Purtroppo non è che il Borgo medioevale lo privatizzi così dall'oggi al domani, come vendi una sedia vecchia al mercatino delle pulci. Tocca far bandi, gare, manifestazioni d'interesse, e insomma prima del 2018 non se ne parla. Ma noi abbiamo un problemino nel 2017, perché già nel bilancio del 2017 il Comune intende togliere allo sventurato Cibrario e alla sua Fondazione malconcia quei celebri 1,8 milioni senza i quali il personale va in cassa integrazione, i musei chiudono e succedono altre cose molto brutte.
Il piatto quindi piange adesso, e non è ben chiaro come sfangarla. Io butto lì un'ipotesi: sarà mica che i ragazzi del Comune contino sul "soccorso rosso"? Nel senso di sperare che alla mala parata la Regione, pur di scongiurare la chiusura dei musei e il conseguente danno all'economia turistica, si metta una mano sulla coscienza e l'altra sul portafogli, e sganci un po' di soldi.
Sarebbe un pezzo da antologia del buonumore, la Regione piddina che toglie dalla merda il Comune grillino. Ma in questo strano tempo può capitare la qualunque. Capita che Appendino santifichi Asproni, figuratevi voi se non può capitare che il Chiampa dia una mano a Chiarabella.

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