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MUSEUM WARS: IL COMITATO FANTASMA

"Comitato scientifico? Hai detto Comitato scientifico?" (Museum Wars, Episode I)
Ho già avuto il piacere di apprezzare Francesca Frediani, consigliere regionale del M5S, in un paio di occasioni: quando ho fatto una visitina alla loro Commissione cultura e prima ancora allorché scoprii una sua certa qual idiosincrasia per la lettura dei giornali. Oggi me la ritrovo sotto il naso per via di un suo stravagante comunicato ripreso da un sito d'informazione locale. Vi riporto integralmente detto comunicato: intanto perché sono affascinato dalla prosa dei politici, un misto geniale di indignazione tartufesca e retorica tardoromantica che meriterebbe l'attenzione di uno studioso del kitsch; e poi perché ritengo la sortita del consigliere Frediani sintomatica delle inquietanti condizioni di spannometria istituzionale e funzionale in cui si dibattono i nostri dipendenti.

Le domande di Frediani 

Ecco il testo della Frediani: "Nebbia fitta sulla composizione e le attività svolte negli ultimi 5 anni dal comitato scientifico della Fondazione Torino Musei. A precisa interrogazione presentata oggi in Consiglio regionale, la Giunta non ha saputo fornire risposte adeguate. La costituzione del Comitato scientifico è posticipata a data da destinarsi e risulta scaduto addirittura nel lontano 2012 (ai sensi dell'art. 10 dello statuto della Fondazione). Nel frattempo non si è fatto nulla. Nessun impegno concreto né scadenze per il rinnovo di un organo fondamentale deputato ad esprimere pareri sugli indirizzi scientifici e culturali della Fondazione e sui criteri generali di gestione e sviluppo delle collezioni. Una situazione inaccettabile per una realtà importante come la Fondazione Torino Musei. La Regione Piemonte cosa ha fatto per uscire da questa empasse? A giudicare dalla risposta fornita oggi in aula si direbbe nulla. Troppo impegnata forse a cercare di gestire le incertezze relative al destino del Castello di Rivoli? Ma questa è un'altra partita che comunque potrebbe aver influito su questo stallo. Noi in ogni caso manterremo alta l'attenzione sul Comitato Scientifico della Fondazione Musei pretendendo, da tutti i soggetti, l'impegno a procedere quanto prima al rinnovo della composizione che tarda ormai da 5 anni". Firmato Francesca Frediani, consigliere regionale M5S Piemonte.
Ecco, sì, brava, questo è un apprezzabile impegno: mantenete alta l'attenzione. E in particolare voi cinquestelle della Regione parlate ai vostri colleghi che governano il Comune e suggeritegli di darsi una mossa.

Ma l'impasse non è "empasse": e non è della Regione

Già, perché se si parla di Fondazione Torino Musei tocca al Comune darsi una mossa. La risposta alla pensosa domanda fredianica "la Regione Piemonte cosa ha fatto per uscire da questa empasse?" (che comunque si scrive "impasse", è francese), la risposta, dicevo, è "un cazzo". Per il semplice motivo che la Regione non può e non deve - a rigor di logica e galateo istituzionale - fare un cazzo. Con o senza dietrologie sul Castello di Rivoli, che ormai è uscito da ogni prospettiva di fusione con la Gam (Francesca Leon dixit).
E comunque, qualunque tenebroso complotto si addensi sul futuro di Gam e Rivoli, resta il fatto incontrovertibile che la Fondazione Musei è roba del Comune di Torino: la Regione ha una partecipazione minima, sia in termini di contribuzione finanziaria, sia in termini di peso decisionale. Diciamo che, in concreto, la Regione Piemonte nel caso specifico del Comitato scientifico può fare esattamente ciò che, se crede, può fare di persona la Frediani (e persino io, ma non ne ho voglia): e cioé alzare il telefono e chiamare il sindaco e Appendino e dirgli "uhè, raga, che ne dite di muovere il culo e far nominare 'sto dannato Comitato scientifico?". Secondo me viene meglio se lo fa la Frediani: magari le danno più retta, essendo di famiglia.

Chi nomina il Comitato scientifico

A questi benedetti ragazzi, però, tocca sempre spiegargli tutto. Eppure basterebbe andarsi a leggere lo Statuto della Fondazione per scoprire, proprio dall'articolo 10 citato dalla Frediani, che il Comitato scientifico "è nominato dal Consiglio direttivo, con procedure di evidenza pubblica, ed è composto da non più di 7 membri, scelti secondo criteri di specializzazione professionale, comprovata esperienza e specifica competenza negli ambiti di specializzazione storico-artistico e museale della Fondazione. I componenti il Comitato durano in carica quanto il Consiglio direttivo e scadono con esso, salvo revoca da parte del Consiglio direttivo". 
Nessun accenno a un ruolo della Regione. E ci mancherebbe altro.

Procedure sbarazzine

Purtroppo a Palazzo sono convinti che debba sempre essere la politica a fare il bello e il cattivo tempo dovunque, dai consigli d'amministrazione alle mutande dei cittadini. E soffrono di enormi difficoltà nella lettura degli Statuti, in particolare quello della Fondazione Torino Musei. Si era notato già nella miserevole circostanza della defenestrazione della presidente Patrizia Asproni, quando il sindaco e Appendino - con l'assistenza dell'assessore alle Fontane (e Musei) - per liberarsi della Patriziona adottarono una procedura disinvolta e sbarazzina, a base di sfanculamenti a mezzo stampa e giochi delle tre carte a proposito di mail fantasma, anziché seguire il più prosaico percorso prescritto dalle norme della Fondazione. In maniera altrettanto sbarazzina venne espletata la pratica per la nomina, in quota Comune, di Roberto Coda nel Consiglio direttivo dell'ente: si ignorarono i termini di presentazione delle candidature pur di cooptare l'amico commercialista. E ciò nell'indifferenza della Regione che pure in quella nomina avrebbe, lì sì, voce in capitolo ai sensi dello Statuto (articolo 6.2). La manovra vide Chiarabella allineata con notevole senso della continuità istituzionale con il punto di vista del suo predecessore Fassino.
Le opposizioni piantarono un po' di casino, in quella penosa circostanza: al che - ma il nesso mi sfugge - l'assessore alle Fontane (e Musei) sottolineò, con sdegno, che la Fondazione Musei era priva di un Comitato scientifico "da ben tre anni". Evidentemente Leon aveva informazioni diverse da Frediani, che parla di cinque anni.
Ad ogni modo. Quando Leon s'indignava era il 23 novembre 2016. Sono passati quasi sei mesi dall'indignazione della Leon, e non è successo niente. Il Comitato scientifico non c'è ancora.

Fino a questo punto è tutto chiaro? 

Ripeto, che non fa mai male: il Comitato scientifico, ai sensi del sullodato articolo 10 dello Statuto, non dovrebbe essere nominato dalla Regione, né tantomeno dal presidente o dall'assessore alla Cultura della Regione, e neppure dal sindaco di Torino o dal suo assessore alle Fontane (e Musei): bensì dal Consiglio direttivo, che adesso si è faticosamente completato, con il salgariano insediamento di Coda come rappresentante del Comune e con la scelta da parte del sindaco e Appendino di Maurizio Cibrario come presidente al posto di Patrizia Asproni. Sottolineo en passant che Patrizia Asproni si è dimessa il 24 ottobre mentre Cibrario è stato ufficialmente nominato dal Consiglio direttivo della Fondazione Musei il 23 gennaio, dopo laboriosa e come sempre intricata gestazione negli uffici del sindaco e Appendino: giusto in tempo per consentire a Cibrario di sfanculare Appendino per i tagli forsennati inflitti alla Fondazione Musei

Un facile riassunto sul Consiglio direttivo

Torniamo a noi: dal 23 gennaio la Fondazione Musei ha un Consiglio direttivo completo e un presidente indicato dal sindaco di Torino, come prescrive lo Statuto. Il presidente Cibrario ha il diritto, ai sensi dell'articolo 7 dello Statuto, di convocare il Consiglio direttivo "ogni qual volta lo ritenga opportuno, ovvero su richiesta scritta di almeno tre componenti". I componenti del Consiglio direttivo sono, ai sensi dello Statuto (articolo 6), il presidente Maurizio Cibrario (indicato dal Comune "Primo Fondatore" della Fondazione, ex articoli 1 e 6 dello Statuto), il sullodato consigliere Roberto Coda, nonché i rappresentanti dei "Fondatori successivi", ovvero l'assessore Parigi per la Regione, Piero Gastaldo per la Compagnia di San Paolo e Cristina Giovando per la Fondazione Crt.
Il Comune è l'unico "Primo Fondatore", e ha una posizione di assoluta preminenza nella FTM: com'è giusto, dato che è quello che l'ha creata, le ha affidato i musei civici (cioé i suoi, mica poteva darle quelli regionali o statali...) e ci mette più soldi (beh, sono sempre di meno, ma stiamo comunque oltre i due terzi del totale dei contributi). E quindi in Fondazione il Comune fa e disfa a suo piacimento, e caccia e nomina i presidenti senza neppur consultare i "Fondatori successivi", come prescriverebbe lo Statuto: un atteggiamento che, per la cronaca, ha infastidito assai la Parigi

Come si nomina un comitato: istruzioni per principianti

Non si capisce dunque che cosa impedisca al Comune di far partire la procedure per nominare il Comitato scientifico. E' facile: il sindaco chiama Cibrario, gli dice "uhé, Cibrarione, muovi il culo e fai nominare 'sto cazzo di Comitato scientifico", e a questo punto Cibrario se è ragazzo di buon comando muove il culo, riunisce il Consiglio direttivo, insieme decidono la "procedura di evidenza pubblica", magari vedono di non scegliere casualmente amichetti e cuggini, e tempo un mese nominano il dannato Comitato. Così siamo tutti felici. Compresa la Frediani.

Considerazioni finali

Fine della fiera. Traiamo le conclusioni.
1) E' ridicolo e inammissibile che dalla notte dei tempi la Fondazione Torino Musei sia priva di un organo, il Comitato scientifico, espressamente previsto dallo Statuto.
2) E' compito del presidente e del Consiglio direttivo di procedere alla nomina del Comitato scientifico, e devono farlo con la massima sollecitudine. "Massima sollecitudine" significa che devono muovere il culo stamattina, non domani o fra un mese o quando comoda a loro o ai loro mandanti.
3) Il tenutario della Fondazione è il Comune: alzino quindi il telefono, chiamino Cibrario e gli dicano di muovere il culo e di farlo muovere al Consiglio direttivo.
4) Quanto ai consiglieri regionali e alla Regione nel suo complesso, si occupino dei fatti loro - che ne hanno assai da sfangare. Nello specifico, semmai, la rappresentante della Regione nel Consiglio direttivo della FTM nonché assessore regionale alla Cultura Antonella Parigi provi anche lei a dare uno squillo a Cibrario per sentire se convoca il Consiglio direttivo, o alle sue amiche Appendino e Leon per convincerle a telefonare loro, al Cibrarione.
E mi raccomando: ragazzi e ragazze, leggete gli Statuti. E anche qualche buon libro, che male non fa.

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