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TUTTO CIO' CHE VOLEVATE SAPERE SU LOVERS E IO NON VI HO DETTO PRIMA

Il cenacolo del Lovers: da sinistra, Marco Giusta, Antonella Parigi, Irene Dionisio, Giovanni Minerba, Francesca Leon, Donata Pesenti
Ogni promessa è debito. Vi copioincollo i comunicati di Lovers Film Festival. Per il momento non ho molto da aggiungere: soltanto due menzioni speciali.
La prima è per Giovanni Minerba, il direttore diventato (piuttosto obtorto collo) presidente, che alla conferenza stampa di ieri è l'unico, nel giulebbe di compiacimenti e complimenti e ringraziamenti, a ringraziare per il sostegno e la collaborazione ricevuti sia l'ex assessore Leo, che non è più un potente e quindi non rientra nella logica utilitaristica dei ringraziamenti da conferenza stampa; sia Alberto Barbera, ex direttore giubilato del Museo del Cinema e in quanto tale innominabile al Museo del Cinema. I signori si riconoscono dai particolari.
La seconda è per la neodirettrice Irene Dionisio. Succede in conferenza stampa che il giornalista stronzetto fa una domanda all'assessore Marco Giusta, gran tessitore (in pieno accordo con la Regione) della nomina della Dionisio. Il giornalista stronzetto (ok, io) chiede a Giusta in base a quali criteri abbia deciso quella nomina, e come mai senza bando visto che sono tanto affezionati ai bandi. Mentre Giusta tenta la battuta, Irene interviene seria seria: "Ammiro e apprezzo che sia stata scelta per la direzione artistica una persona (cioé lei, Irene, NdG) che non si è mai schierata politicamente con questa giunta". Il che è assolutamente vero. Ed è pure encomibile. In gamba, la ragazza: risposta pronta e corretta. Si farà. 
Detto questo, resta il fatto che in punta di diritto il ricorso al bando era e resta obbligatorio, come potete leggere in questo link. Voi sapete che a me 'sta mistica del bando piace come un ascesso a ferragosto: ma se le regole ci sono, sarebbe carino rispettarle non soltanto quando comoda.
Beh, adesso vai coi comunicati.

Dal Tglff a Lovers

Dal 15 al 20 giugno si terrà il 32° Lovers Film Festival – Torino LGBTQI Visions, diretto da Irene Dionisio e presieduto da Giovanni Minerba, che si svilupperà seguendo tre linee guida: l’internazionalizzazione, la connessione con le eccellenze del territorio e con le associazioni più attive della realtà LGBTQI, la valorizzazione della trentennale tradizione del festival. 
In occasione della 32a edizione, infatti, il festival cambia nome, all’interno di un processo di rinnovamento che coinvolge anche la squadra di selezionatori e consulenti e le sezioni competitive del festival. Il 28 marzo verrà lanciata ufficialmente la call per l’iscrizione dei film al festival, che resterà attiva sul sito ufficiale fino al 28 aprile. 
Il nuovo naming. «Lovers» ha un triplice significato: amante, appassionato e sexual partner. Un nome che racconta differenti e molteplici geografie sessuali, ma anche la cura e il profondo amore per il cinema e la stessa comunità LGBTQI. Gli obiettivi che con questa scelta si vogliono perseguire sono due: creare un festival dall’identità molteplice ma inclusiva, attraverso un nome unico che faccia da cappello all’intera manifestazione e dare un forte segnale di apertura verso una dimensione internazionale. 
Il sottotitolo, «Torino LGBTQI Visions», riporta invece l’attenzione su Torino, sede storica del festival, e sul desiderio di essere inclusivi valorizzando tutte le differenze che i soggetti incarnano. Nello stesso tempo riconduce all’intento di creare nuovi punti di vista sulla complessa realtà contemporanea, che siano narrativi, visionari e profetici. 
Il claim di quest’anno, «Queering the Borders», sottolinea, con un gioco di parole, l’intento e la sfida di andare – in maniera inusuale e ironica – oltre le frontiere e le categorizzazioni, spesso soltanto mentali, senza la paura di perdere la propria identità. 
Le sezioni competitive. I concorsi principali saranno quattro. 
All the Lovers. Concorso lungometraggi internazionale al quale possono concorrere film di finzione di ogni genere, che si aggiudicheranno il premio “Ottavio Mai”, del valore di 1000 euro. Un omaggio al ricordo di chi, con la propria passione e con il proprio attivismo, ha dato vita al festival. 
Real Lovers. Concorso documentari internazionale al quale possono concorrere documentari di ogni genere che si aggiudicheranno un premio Ucca del valore di 500 euro, con un accordo di distribuzione nazionale grazie alla partnership con UCCA (Unione Circoli Cinematografici Arci).
Irregular Lovers. Concorso iconoclasta internazionale al quale possono concorrere film di ogni genere e formato con particolare attenzione all’innovazione del linguaggio narrativo e visivo. Il vincitore della sezione avrà la possibilità di frequentare una Residenza d’Artista Internazionale grazie alla collaborazione con Artissima. Il film vincitore, poi, sarà riproposto in screening alla fiera del prossimo novembre e al Centre d’Art Contemporain di Ginevra. 
Future Lovers. Concorso cortometraggi internazionale al quale possono partecipare film italiani e internazionali di ogni genere e formato. Il vincitore riceverà il premio “Fotogrammi Sovversivi” del valore di 300 euro – in onore degli scritti storici “Da Sodoma ad Hollywood” –, dato da Sicurezza e Lavoro, mentre la menzione speciale sarà data in partnership con il Divine Queer Festival di Torino. 
Last but not least, il premio del pubblico, dato in partnership con My Movies, che sarà assegnato a un film delle sezioni All the Lovers, Real Lovers e Irregular Lovers e consisterà in una produzione ad hoc dell’artista visiva Giulia Caira da sempre attiva sulle tematiche gender fluid. 
Selezionatori e consulenti. Il comitato di selezione, in occasione del 32° Lovers Film Festival, sarà composto da Paolo Bertolin, Daniela Persico, Alessandro Uccelli e Stefania Voli. Elsi Perino sarà consulente esterna alla selezione mentre Angelo Acerbi sarà consulente alla direzione artistica. 
Paolo Bertolin è un programmer di festival, critico cinematografico e giornalista che vive tra Europa e Asia. Ha scritto per diverse testate internazionali (Il manifesto, Positif, Cahiers du Cinéma tra gli altri) e pubblicato numerosi articoli sulle cinematografie dell’Asia orientale. Sua è l’introduzione all’edizione italiana de "Il cinema coreano contemporaneo" di Hyangjin Lee. Dal 2008 è uno dei consulenti della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Ha collaborato, fra gli altri, con il Festival di Locarno, la Semaine de la Critique di Cannes, il Far East di Udine, il Torino Film Festival e l’International Film Festival di Rotterdam. Dal 2014 è uno dei collaboratori del Doha Film Institute. Si è occupato anche di produzione con tre film che hanno partecipato, in concorso, alla Berlinale: "Big Father, Small Father and Other Stories" (Phan Dang Di, 2015), "Chitrashala" (Amit Dutta, 2015) e "A Lullaby to the Sorrowful Mystery" (Lav Diaz, 2016). 
Daniela Persico è un critico cinematografico e programmer, lavora tra Milano, Torino e il Canton Ticino. È presidente dell’associazione Filmidee, di cui dirige la rivista ufficiale, la Summer School in Sardegna e il progetto Video Essay: A New Way to See. Collabora con il Festival di Locarno, per cui cura l’evento primaverile “L’immagine e la parola”. Ha collaborato con il Filmmaker Festival di Milano fino al 2014 e ha pubblicato monografie su Claire Simon, Wang Bing, Ross McElwee e Emanuel Carrère. Ha realizzato il mediometraggio "Et mondana ordinare" e sceneggiato" Tutto parla di te" di Alina Marazzi, oltre ad aver contribuito alla scrittura di diversi documentari. 
Alessandro Uccelli è un critico cinematografico, scrive per Cineforum, Cineforumweb, Nocturno e Inland, ed è programmatore per il Milano Film Festival e il Bergamo Film Meeting. Ha un dottorato di ricerca sui rapporti tra critica d’arte e cinema documentario, conseguito presso l’Università di Torino, e porta avanti una personale attività di ricerca sull’arte figurativa, lavorando anche per un museo di arte antica. 
Stefania Voli è una ricercatrice che si è occupata di Storia delle donne e identità di genere in Età Moderna e Contemporanea (dottorato di ricerca presso l’Università Orientale di Napoli, 2010) e di Sociologia applicata e metodologia della ricerca sociale (secondo dottorato di ricerca presso l’Università di Milano Bicocca, 2016). Dal 2012 collabora con il MIT (Movimento Identità Trans) di Bologna. Ha realizzato diverse pubblicazioni sul movimento transessuale, sul femminismo e sugli studi di genere. 
Elsi Perino è una scrittrice e sceneggiatrice. Ha iniziato a lavorare sui set cinematografici nel 2010, collaborando con Rai, Mediaset, Walt Disney Italia e alcune produzioni indipendenti. Nel 2013, con Mattia Surroz, ha firmato la graphic novel su Ottavio Mai, "Negli occhi il cinema, nelle mani l’amore", sotto la supervisione di Giovanni Minerba, pubblicata da Express Edizioni. 
Angelo Acerbi, storico selezionatore del TGLFF, è programmer al Seattle International Film Festival ed è stato giurato nell’ultima edizione del Festival del Cinema di Berlino. Ha lavorato per Rai Tre, per la società londinese Dangerous To Know, per il Palm Springs International Film Festival, per il Torino Film Festival e per la Film Commission Torino Piemonte. Con la sua società, ha prodotto una serie di cortometraggi per Sky Cinema insieme a Matteo Bianchi (sceneggiatore) e Max Croci (regista). 
Lovers Film Festival è amministrato dal 2005 dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il patrocinio del MiBACT – Direzione generale Cinema, della Regione Piemonte e del Comune di Torino.

La dichiarazione della direttrice Dionisio

"Da mesi ormai sto lavorando intensamente – con profondo rispetto e impegno – perché questo festival sia all’altezza della tradizione che lo contraddistingue e della città che lo ospita. Il TGLFF ha avuto un valore storico indubbio e ha aperto la strada a una reale possibilità di rappresentazione e autorappresentazione – attraverso il cinema – della comunità LGBTQI sul territorio italiano e non solo. 
Grande onore va a Giovanni Minerba e al suo compagno Ottavio Mai, fondatori e padri nobili del festival che ammiro per il coraggio e la resistenza dimostrati nel creare un festival originariamente così rivoluzionario. Il bagaglio culturale e storico del festival è preziosissimo e unico al mondo. Ne sono profondamente consapevole e sento l’onere e l’onore del compito di coordinarlo. 
Il mio intento e il mio lavoro e quello di tutta la meravigliosa squadra di selezione vanno e andranno con grande sforzo intellettuale in direzione di una valorizzazione di questo bagaglio in un’ottica più internazionale ed inclusiva possibile che coniughi l’alta arte cinematografica, le esigenze del pubblico e uno sguardo politico sulla complessa realtà che ci circonda. Senza mai cedere alle tendenze di normalizzazione e senza mai perdere la forza eversiva e rivoluzionaria del progetto di partenza di “Da Sodoma ad Hollywood”. 
Coinvolgendo le eccellenze culturali del territorio, le associazioni più militanti e attive LGBTQI e varcando le frontiere delle etichette e delle categorie – come enuncia il nostro claim “Queering the borders” usato in ambito accademico, ma anche informale, dalla stessa comunità LGBTQI – desideriamo creare un festival che sia un terreno di dibattito, confronto e anche scontro. Dove la cultura nel senso più alto del termine nasca da uno sforzo, morale, spirituale, estetico collettivo che produca senso e un humus fertile per una società civile consapevole e critica. 
Il nuovo naming – attraverso un unico nome – richiama molteplici geografie sessuali e identità, passioni e visioni. Ricerca la semplicità delle differenze e la loro virtuosa compresenza sia in ambito sessuale, relazionale, personale sia in ambito artistico. 
Quest’anno le sezioni competitive, che hanno reintrodotto i premi in denaro con prestigiose partnership, si sono ristrutturate per accogliere e interrogarsi sulla complessa realtà che stiamo vivendo: spaziano tra la finzione, il documentario e l’esplorazione di linguaggi innovativi in continuo dialogo con le altre arti, seguendo le nuove tendenze contemporanee dell’interdisciplinarietà. 
La squadra scelta per la selezione dei film in visione integra programmer dall’indubbia preparazione internazionale, ricercatori accademici sui temi dell’identità di genere, militanti legati alla comunità e una squadra già presente sul territorio, radicata e attiva. 
Aspetto con emozione di rivelarvi i nostri prossimi passi che stiamo costruendo con cura e minuzia e vi invito a rimanere aggiornati sugli appuntamenti culturali e cinematografici che riveleremo a brevissimo prima della ricca programmazione cinematografica e culturale di giugno".

Irene Dionisio, regista e artista visiva nata a Torino nel 1986, è laureata in Filosofia della Storia. Si è inoltre formata con il collettivo curatoriale d'arte pubblica a.titolo, che attualmente produce i suoi documentari, con il documentarista Daniele Segre e con la regista Alina Marazzi. Ha collaborato come regista e/o autrice con numerose case di produzione nazionali e internazionali. Cura dal 2010 progetti sociali e culturali legati a tematiche politiche quali l'integrazione e le questioni di genere. La sua produzione artistica include video-installazioni e documentari, fra cui "Sponde. Nel sicuro sole del nord" (2015) e "La fabbrica è piena. Tragicommedia in otto atti" (2011) che hanno partecipato a vari festival internazionali e ricevuto numerosi premi tra i quali il Premio Cariddi, il Premio Solinas, il Premio Scam e il Premio della Giuria al Cine Verité in Iran. I suoi video sono stati esposti al Pac di Milano, al Museo Berardo di Lisbona e al MamBo di Bologna. "Le ultime cose" è il suo primo lungometraggio di finzione, presentato in anteprima mondiale durante la Settimana della Critica di Venezia e distribuito dall'Istituto Luce Cinecittà nell'autunno 2016.

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