Passa ai contenuti principali

IL SALONE CERCA UN DIRETTORE-STAR. DEL PIERO IN PREALLARME

Purché sia una star. Un possibile direttore del Salone
Era fatale che accadesse. Mentre molti sperano che alla fine prevalgano il buon senso e il nome di Culicchia per la direzione del Salone, giunge voce fin quaggiù, nella casa sulla scogliera, che le signore Appendino e Parigi oggi verso mezzodì avrebbero offerto la direzione del Salone a un celebre scrittore torinese del quale, al momento, taccio l'identità per riservatezza e soprattutto per lasciarvi nel dubbio tra Baricco o Gramellini.
Parigi parlava a nome e per conto del Chiampa, Appendino a nome e per conto suo, e questo sarebbe già un altro suggestivo post sull'assessorato comunale alla Cultura, però non è il caso di divagare.
Il celebre scrittore ha ringraziato le signore e ha detto che si sente assai onorato della loro stima però ha preferenza di no e che Culicchia sarebbe meglio.
Il fatto è che le signore cercavano una star, per la direzione del Salone. Peccato che le star siano in genere poco propense a lavorare come muli e rischiare la faccia e tutto il resto in una una missione disperata: ovvero fare il Salone 2017 a Torino e battere Milano con “almeno un visitatore in più”. E tutti sappiamo che Torino contro Milano, a lume di logica, ha le stesse possibilità che aveva la Brigata leggera a Balaklava.
Le signore pensavano a un Nanni Moretti che al Film Festival di Torino fece brillare un bel po' di lustrini mentre l'Emanuela Martini si smazzava la programmazione. Però le star non sono cretine, e sanno benissimo che Moretti venne a fare il direttore di charme di un Festival in piena salute; e invece sangue sudore e lacrime attendono impazienti il prossimo direttore del Salone del Libro, senza neppure la garanzia di riuscire nell'impresa. Anzi.
Le signore alla fine saranno pragmatiche perché hanno sotto mano, senza troppo cercare, almeno due potenziali direttori in grado, forse, di rabberciare la baracca: Pautasso e Culicchia. Culicchia, in più, è pure uno scrittore noto e rispettato. Ma alle signore piacerebbe una star che tutti conoscono e che faccia vibrare i cuori popolari; e la vogliono pure torinese, per segnare il territorio. 
Quindi si rassegneranno, le signore, ma prima di rinunciare alla star ci proveranno pure con Del Piero.
Intanto, al Consiglio d'indirizzo del Salone è arrivato Massimo Bray, che da tre settimane viene spacciato come prossimo presidente del Salone medesimo. Tutti ne sono convinti. Tutti, tranne Massimo Bray. Il tapino prende tempo, vorrebbe quantomeno capire in quale incubo vorrebbero trascinarlo, ma la storia incalza, madamin Appendino scalpita, e ogni giorno che passa diventa per lui più difficile sottrarsi. Come la monaca di Monza, lo sventurato ha risposto una prima volta, e adesso non sa come uscirne con passabile eleganza mentre il vortice oscuro lo trascina sempre più giù, giorno dopo giorno.
I milanesi sornioni, intanto, ce ne combinano di cotte e di crude. Adesso hanno annunciato che faranno la loro fiera la prima settimana di maggio, spiazzando così il Salone torinese che per tradizione si tiene la seconda. Quindi, per non farci fregare, saremo costretti ad anticipare ad aprile, tra Pasqua e la Liberazione. Facile prevedere che i bauscia anticiperanno a loro volta, e i torinesi di conseguenza, e di questo passo i saloni li faranno tra Natale e l'Epifania. O ai Morti, che come periodo mi parrebbe  intonato.
La situazione è disperata, soprattutto per il benzinaio vicino al Lingotto che lavorava tantissimo durante il Salone traendone un reddito extra che adesso sfumerà; ma se non fosse per il benzinaio del Lingotto, e il taxista, e il cameriere, e gli altri beneficiari dei 5 milioni di euro di “ricadute sul territorio”, sarebbe una situazione anche molto comica. Mi immagino i titoli divertenti sui giornali internazionali. Da troppi anni ci rendiamo ridicoli soltanto grazie alla politica: era ora di diversificare in nostro repertorio per lo spasso dei notisti di costume stranieri.
I pochi che riescono a mantenersi seri nel bel mezzo della pochade mi fanno però notare che in partita non è ancora entrato un giocatore capace di cambiarne il corso. Mi riferisco alla Compagnia di San Paolo, da sempre uno dei sostegni finanziari del Salone. Se il presidente Profumo decidesse di buttare sul tavolo una bella milionata destinata, che so, alle scuole o alla promozione del libro per l'infanzia, Torino diventerebbe ben più attrattiva per gli editori; i quali, faccio un'ipotesi, si troverebbero per le mani un tot di venduto garantito. Roba che di 'sti tempi non fa schifo a nessuno.

Diciamo che se madamin Appendinoevitava di sfancularlo fin dal primo giorno, magari adesso era più portato. Ma anche i banchieri hanno un cuore. Stiamo credendo a tante favole, ebbeviamoci anche questa.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la