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NUOVE FOLLIE: LAVORI GRATIS, MA SOLO SE HAI L'INGLESE FLUENTE

Prossimamente nei migliori cinema di Torino
Sono molto riconoscente a Turismo Torino, perché con una mail arrivatami or ora mi consente di chiarire (e chiarirmi) una volta per tutte il mio punto di vista sul fenomeno dei "volontari"
Per principio ritengo che il lavoro debba essere sempre ricompensato.
Considero scandaloso il "volontariato obbligatorio" imposto dall'improvvida legge Madia, di cui è nota vittima il direttore del Salone del Libro Ernesto Ferrero
A malincuore sono disposto ad ammettere che istituzioni o festival (di breve durata e con bilanci risicati) ricorrano al volontariato per compiti che richiedono molto personale con bassa o nulla professionalità: è un risparmio per la manifestazione e forse un'esperienza interessante per i giovani.
Mi spingo persino a ipotizzare una sorta di "contributo di cittadinanza" a sostegno di un evento che si considera lodevole e significativo per la propria città.
Ma quello che leggo nel comunicato di Turismo Torino è oltre.
E', nei fatti, un bando per posti di lavoro ad alta specializzazione, ma senza retribuzione.
Non è la prima volta che lo fanno. Stavolta però si sono superati, gettando la faccia tosta al di là dell'ostacolo della decenza.
Giudicate voi. Eccovi il delirante proclama:

"Turismo Torino e Provincia offre un'esperienza unica di volontariato turistico-culturale in occasione dei grandi appuntamenti, nazionali ed internazionali, che coinvolgeranno la Città di Torino nel prossimo biennio. In base agli interessi, alle predisposizioni e alla disponibilità, Turismo Torino e Provincia cerca delle risorse che saranno fondamentali per l'attività di informazione e accoglienza turistica e, nello specifico, per accogliere il grande afflusso di visitatori e turisti attesi per gli eventi culturali e congressuali.
L'attività si svolgerà nel cuore degli eventi in desk e postazioni informative, oppure presso gli Uffici del Turismo dove è prevista anche la raccolta di dati statistici per le attività dell'osservatorio turistico.
A CHI E' RIVOLTO? A persone in età compresa tra i 18 e i 45 anni con conoscenza fluente di almeno una lingua straniera QUANTO DURA? L'accordo di volontariato da sottoscrivere con la Città di Torino ha durata per il biennio 2016-17. Per partecipare, occorre scaricare il modulo al link  www.turismotorino.org/IT/volontari e inviarlo compilato - entro fine gennaio - all'indirizzo volontari@turismotorino.org oppure consegnarlo all'Ufficio del Turismo di Piazza Castello aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18."

Allora. Intanto, non siamo di fronte a un impegno limitato e occasionale. Qui si tratta di un'esigenza "strutturale" bell'e buona: si cerca personale per far fronte a "grandi appuntamenti, nazionali ed internazionali, che coinvolgeranno la Città di Torino nel prossimo biennio". E quel personale volontario dovrà pure "sottoscrivere" un accordo biennale con la sullodata Città di Torino. Sottoscrivere? E se poi vi mando a cagare e non mi presento voi che fate? Mi denunciate per inadempienza contrattuale? Mi mandate un assessore a spaventarmi i bambini?
Aspetta. C'è di peggio. Questo personale non retribuito, dopo aver "sottoscritto" un patto leonino impegnandosi a lavorare gratis per ben due anni, non avrà un ruolo secondario, generico e di scarso valore. Macché: sarà una risorsa fondamentale (lo dichiarano i reclutatori stessi), e svolgerà mansioni professionalmente strutturate e riconoscibili: "l'attività di informazione e accoglienza turistica" è infatti un lavoro ben preciso, che si esercita negli uffici, ai desk informativi, nei siti culturali e artistici. E così pure la "raccolta di dati statistici". Non sono hobby. Sono mestieri. Mestieri impegnativi. Faticosi. Seri. Che richiedono preparazione e cultura.
Ma già: per questi saputelli la cultura non vale niente, è merda che si raccatta per strada, mica qualcosa che si conquista con fatica, spesa, studio, applicazione. Figurarsi: manco sanno cos'è, la cultura. Perché mai dovrebbero pagarla?
E notate la raffinatezza di porre il range d'età fra i 18 e i 45 anni. Un periodo della vita nel quale, ai bei tempi, la gente lavorava (o affrontava gravosi studi universitari) e quindi non aveva tempo per andare a servizio gratuito di lorsignori. Come a dire: non sappiamo che farcene dei pensionati, vi vogliamo nel fior degli anni, tanto siete disoccupati, e ne approfittiamo. 
Però il bello viene adesso. Un anno fa, un bando analogo richiedeva la semplice "conoscenza" di "almeno" una lingua straniera: stavolta invece 'sti sciroccati spingono la loro tracotante impudenza fino a pretenderne, dai candidati-volontari (che mi auguro non si presentino, per un minimo di dignità umana), una conoscenza "fluente". Capito? Fanno pure i fighetti schizzinosi. "Fluente". Ma aggratis. Rob de matt.
Adesso statemi a sentire, voi aspiranti padroni delle ferriere (ma neanche, perché persino il padrone delle ferriere i suoi operai li pagava: poco, ma li pagava). Statemi a sentire, voi spregiatori di Giacomo 5,4, prima che mi saltino i residui freni inibitori e vi illustri con dovizia di particolari "l'esperienza unica di volontariato turistico culturale" che ho tanta voglia di consigliarvi
Tenterò di spiegarmi con concetti semplici, alla vostra portata: immaginatevi un ragazzo di vent'anni che parla "fluentemente" l'inglese (o il francese, il tedesco, il russo, il cinese...). Magari lo parla mille volte meglio di voi che siete pagati (da me, peraltro) per pontificare sul turismo a Torino. Come pensate che ci sia arrivato, quel ragazzo di vent'anni, a parlare fluentemente l'inglese? Per scienza infusa? Intrattenendosi con Angelina Jolie? Giocando alla Playstation? Ascoltando le canzoni degli One Direction?
Nulla di tutto ciò, miei cari sciroccati.
A parte l'impegno personale del ragazzo, che meriterebbe ben altro rispetto, ci sono stati un padre e una madre che hanno pagato fior di quattrini per farglielo studiare, il maledetto inglese, fin dacché era piccino. E non certo a scuola, dove in genere l'inglese che ti insegnano serve tutt'al più a comunicare ai popoli d'oltre Manica che la penna è sul tavolo.
No. L'inglese "fluente", come lo pretendete voi, si impara con lezioni di insegnanti lingua madre, soggiorni a Londra, supporti didattici vari. Per non parlare dei costi dei vari esami di certificazione. E' un mucchio di soldi, sapete?
E voi pensate che quei padri e quelle madri si siano tolti il pane di bocca per assicurarsi il discutibile privilegio di fornirvi, gratis et amore Dei, schiere di interpreti non retribuiti?
No. Preparatevi allo stupore. L'hanno fatto nella delirante speranza che un giorno il pargolo potesse sfruttare il suo fluente inglese per guadagnarsi la pagnotta. Magari esercitando, retribuito, uno di quei mestieri che voi invece pretendete di affidare a volontari non pagati. 
Ditemi: e provare un po' di vergogna, solo un po', no?
Davvero: oggi Turismo Torino e i suoi referenti istituzionali hanno passato il punto di non ritorno nella storia del disprezzo per il lavoro, la cultura e la meritocrazia. Sfancularli è poco. Temo non esista il reato di "tentato sovvertimento del mercato del lavoro". Ma se c'è un giudice a Torino, dovrebbe almeno provarci.


Bonus track: il servizio di GrpTv

Commenti

  1. Superfluo dire che ogni commento sarebbe superfluo.
    L'unico sensato conterrebbe solo parolacce. Tante.

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  2. Pare che quando pensi di aver toccato il fondo,si spalanchi una voragine ancora più grande.Che schifo.

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  3. Quando anni fa scrissi in un forum che in Sicilia avvenivano cose del genere, qualcuno disse che noi al sud non vogliamo affatto lavorare nè fare sacrifici e che lassù al nord, se non si pretende di fare il lavoro che ci soddisfa e se "umilmente" ci si accontenta e si è disposti a fare la gavetta è possibile lavorare. Mentre c'era chi pensava questo, molti siciliani desiderosi di lavorare e di non essere schiavizzati, scelsero la via dell'espatrio.
    Leggendo quest'articolo sono contenta del fatto che a quanto sembra qualcuno stia cominciando a svegliarsi, anche lassù al "nord".


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  4. Persino il limite di eta, oltre a pretendere una buona conoscenza della lingua inglese! Il lavoro non retribuito è demotivante e, secondo me, illecito.

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