Passa ai contenuti principali

CINEMAMBIENTE PIACE AGLI SPONSOR

Gaetano Capizzi, coriaceo direttore di CinemAmbiente
E a proposito di conti del cinema, eccovi una buona notizia: CinemAmbiente ce la fa anche stavolta. E ce la fa reggendosi sulle sue gambe.

Un Festival che piace agli sponsor

Voi sapete che CinemAmbiente (la cui diciottesima edizione si tiene dal 6 all'11 ottobre) dipende come amministrazione - insieme con  Tff e Cinema Gay -  dal Museo del Cinema, che di anno in anno distribuisce ai festival le sempre più scarse risorse disponibili.
Per il 2015, tali risorse disponibili per CinemAmbiente erano pari a euro zero. Spiacevole, per un Festival che cresce e azzecca una scelta dopo l'altra. Ma il ragionamento, in tempi di ristrettezze, è stato questo: i temi di CinemAmbiente sono appetibili per gli sponsor, crediamoci e vediamo che cosa portiamo a casa. Beh, hanno portato a casa un budget di 220 mila euro. Tutto da sponsorizzazioni. C'è lo sponsor storico, l'Asja di Agostino Re Rebaudengo, ci sono le solite municipalizzate (Iren e ToBike) e la Compagnia di San Paolo (che ha pure aumentato il suo contributo), ma ci sono pure sostenitori significativi come il CiAl. Il mondo dell'eco-business ha risposto bene: è di oggi la notizia che la Fondazione per la Cultura ha portato a casa, per CinemAmbiente, un finanziamento di 50 mila euro dal Conai, il Consorzio nazionale imballaggi.
Inoltre, per risparmiare qualcosina l'ufficio stampa dell'assessorato alla Cultura si farà carico della comunicazione. Una cortesia dovuta, da parte del Comune: CinemAmbiente infatti ha accettato il trasloco dal tradizionale periodo di giugno a ottobre, per creare una "concomitanza" che infiocchetti di cultura "Nutrire le città", lo scatolone di iniziative collaterali al terzo forum Onu sullo sviluppo locale. Un trasloco che ha causato inevitabili problemi organizzativi e di concomitanza con altri festival ambientali nel mondo.

Capizzi pensa positivo

Gaetano Capizzi, il direttore di CinemAmbiente, è moderatamente soddisfatto: certo, in pratica s'è beccato sui denti l'ennesimo taglio (nel 2014 il budget del Festival era 350 mila euro), ma Capizzi per natura e per necessità è uno che pensa positivo. Quando ha cominciato, diciotto anni fa, i temi del suo Festival erano ancora di nicchia. A vedere i film ci andavano gli ecologisti duri e puri. Adesso il pubblico è cresciuto, e cambiato: arrivano famiglie, giovani, anziani. Di tutto un po'. E' cambiata la sensibilità, la difesa dell'ambiente è diventata una priorità per tanti. Non per tutti, purtroppo. Ma Capizzi ci sta lavorando.

Prossimi obiettivi: DiCaprio e RaiCultura

Suppongo sia rimasto un briciolo attapirato, il povero Gaetano, perché non ho incluso il suo nella rosa ristretta dei festival torinesi di autentico respiro internazionale. Così mi ricorda che CinemAmbiente è il capofila del Greenfilm Network, che raduna ventinove festival a tema ambientale in giro per il mondo, dalla Russia al Ghana. E mi dice che adesso tentano di convincere Leo DiCaprio, noto ecologista, a diventare loro testimonial. Ne prendo atto e lodo lo spirito d'iniziativa. Mi stupisco però che ancora CinemAmbiente abbia poca visibilità persino su canali come Rai5 o RaiScuola, con i quali una collaborazione sarebbe talmente ovvia da non dover neppure essere discussa. Capizzi concorda, e parte lancia in resta puntando sulla Rai di via Verdi dove si tiene il Prix Italia: vuole contattare subito la direttrice di RaiCultura, Silvia Calandrelli. Capizzi è uno che le cose non le rimanda.

Bike vs Car: arruolato nella folle corsa

Prima, però, mi fa pagare il fio dell'omessa citazione, coinvolgendomi in un'inquietante manifestazione del Festival, "Bike vs Car". Venerdì 9 ottobre infatti vari personaggi torinesi si sfideranno in una gara dissennata: su percorsi variabili (un chilometro e mezzo, tre chilometri o cinque chilometri) dovranno raggiungere il cinema Massimo, alcuni in bicicletta, altri in auto, nel massimo rispetto del codice della strada. E vediamo chi arriva prima. Io, per farmi perdonare, ho accettato di partecipare. In auto, naturalmente.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la