Passa ai contenuti principali

FASSINO E IL TEATRINO DEL REGIO: TRE RIVELAZIONI E UN APPELLO

Una suggestiva scena di "Prova d'orchestra" di Federico Fellini
Scusatemi tanto si ci torno su, immagino che questa storia del Regio abbia ormai devastato i gioielli di famiglia pure a voi. Ma, dopo giorni e giorni di traccheggiamenti, mi manda ai matti aprire i giornali stamattina e leggere, testuale testuale, che ancora ieri (sai la novità!) "il sindaco ha di nuovo cercato in modo determinato una mediazione". Ma s'è mai visto? Sovrintendente Vergnano e direttore Noseda litigano come pescivendole incazzate, gli orchestrali del Regio - leggo, ancora testuale - "per tutta l'estate hanno fatto quadrato attorno al loro Maestro", e Fassino che fa? Media. MEDIA! E si becca pure la lezionacina dei sullodati orchestrali (gli orchestrali del Regio, mica i Berliner!) che decidono di non scioperare (bontà loro) e diramano comunicatini saccenti: «Auspichiamo di essere d’esempio agli amministratori che in questo momento sono chiamati a prendere delicate decisioni sul futuro del Teatro Regio». Capito? Loro "auspicano". Di "essere d'esempio". E Fassino e Vergnano per tutta risposta stasera vanno in sala e li applaudono. Fantastico.
Mi sembra di vedere un remake di "Prova d'orchestra", però diretto da Vanzina e interpretato da Bombolo. Chi deve suonare pretende di decidere, e chi dovrebbe decidere non decide e manco suona. Filura, fai il sindaco: hai mediato per due mesi (troppi: io dopo due giorni li avrei mandati tutti a stendere), però adesso acchiappa i litiganti per la collottola e scegli una volta per tutte. Ho già scritto in altra sede come mi piacerebbe che si comportasse un sindaco con le palle. E adesso ti faccio tre rivelazioni, Fassino mio bello.
Prima rivelazione: Noseda NON è l'unico direttore d'orchestra vivente. Io, al posto tuo, avrei dato almeno un colpo di telefono a Pidò - per dirne uno bravo senza uscire dalla cinta daziaria: giusto per sentire come sta e se per caso è libero da impegni nei prossimi due-tre anni.  Tu non l'hai fatto, vero? Tu vuoi Noseda e nessun altro, vero? Tipico. Come l'edera. Dove s'attacca muore.
Seconda rivelazione: Vergnano NON è l'unico sovrintendente possibile. Quindi, se sei innamorato di Noseda (de gustibus...), manda via il povero Walter: tanto è chiaro che quei due, se li lasci vicini, continueranno a scannarsi fino al giorno del giudizio. E forse anche dopo.
Terza rivelazione (la più importante): il Teatro Regio NON è proprietà né di Noseda, né di Vergnano, e men che meno degli orchestrali. Quelli sono tutti dei dipendenti. Il Regio è proprietà di noi torinesi - e piemontesi tutti - che manteniamo la baracca con le nostre tasse e pretenderemmo un minimo di decente governance da parte di chi abbiamo incaricato di curare i nostri interessi. E a proposito di governance: che fanno i neonominati del consiglio d'amministrazione? Sono ancora lì che provano gli strapuntini per sincerarsi che siano morbidi a sufficienza?
Insomma, che cosa aspetti, Filura? La felliniana palla da demolizione che piomba sui musici litiganti? L'intervento dei una coalizione internazionale di peacekeeping? Guarda che purtroppo Fellini è morto, e le forze di peacekeeping hanno altre priorità in giro per il mondo.
Ti scongiuro, Filura: per la dignità tua, del Regio e della città, entro domattina chiudi questa invereconda pantomima. E occupati delle cose serie, che come sai da queste parti abbondano.
Così, tanto per cambiare musica.
Un altro fotogramma del film di Fellini: anziché "direttorazzo" leggete "sovrintendentazzo", e voilà il mood dell'orchestra

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la