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AFFONDAZIONE MUSEI 2: PALAZZO MADAMA RIALZA LA TESTA

Guido Curto è da due anni il direttore di Palazzo Madama
Come vi dicevo nel post precedente, Maurizio Cibrario adesso ha qualche buon motivo per guardare con ottimismo al futuro della Fondazione Musei, dopo tanti mesi bui. Oggi si vedeva che non stava nella pelle. Anche Palazzo Madama, mi ha detto, sta andando benissimo.
Ciò è tutt'altro che scontato. Il 2017 di Palazzo Madama si è chiuso con una perdita secca di circa 80 mila visitatori, crollati a 228 mila dai 310 mila del 2016: quasi un quarto in meno. Però, mi garantisce Cibrario, la tendenza è cambiata, in questo inizio d'anno c'è stato un aumento del 45 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017. 
Mi sembra un dato magnifico, e con una sua logica. A Palazzo Madama da due anni mancano le grandi mostre: l'ultima fu "Da Poussin agli Impressionisti", in collaborazione con l'Ermitage, che ebbe circa sessantamila presenze in due mesi. Neppure uno sfracello. Ma adesso quelle, piccoline e low cost, che il direttore Guido Curto propone a raffica cominciano a ingranare, e fare "massa critica": Odissee, che si è appena conclusa, è piaciuta tantissimo, solo nell'ultimo weekend d'apertura ha richiamato 2500 persone; è partita bene quella dei profumi nella storia; e va bene anche quella dei gioielli di Ferrè, sono arrivate diverse richieste per portarla all'estero e ciò frutterà anche un po' di soldi extra. È la politica delle "mostre di nicchia", a basso costo ma ben presentate e costruite con intelligenza. Di certo i turisti non verranno a Torino apposta per visitarle, ma quando sono qua le apprezzano; e le apprezzano i torinesi. In mancanza di soldi, è già un buon risultato.

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