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FONDAZIONE MUSEI: IL TAGLIO CHE NON TI ASPETTI

Un celebre taglio: prossimamente alla Gam (lo so, è pessima: ma se le tirano)
Ieri pomeriggio davanti al Municipio prima manifestazione di protesta dell'era Appendino.
Appendino assente.
Presenti invece numerosi lavoratori assai incazzati per le magre prospettive del bilancio comunale. Tra i più incazzati, quelli che lavorano nei musei cittadini. Temono le conseguenze dei tagli alla Cultura. Dicono che "senza cultura la gente smette di pensare e la città muore", ma in attesa che muoia la città potrebbero morire loro, di fame: tra tagli e nuovi appalti sono a rischio i posti di lavoro, dicono.

I più a rischio sono quelli dei dipendenti di una cooperativa che oggi copre i servizi di custodia e biglietteria dei musei del Risorgimento, Resistenza, Montagna, Frutta, Lombroso e Anatomia. Il 30 giugno scade l'appalto. In base all'innovativo progetto dell'assessore alle Fontane (e ai Musei) non ci sarà più un bando unico comunale per tutti i musei: ogni museo si farà l'appalto suo. Non sto a spiegarvi il meccanismo: la sostanza è che il Comune risparmierà, i musei pagheranno di tasca propria e quindi avranno meno possibilità di spesa (e sai che novità), i posti di lavoro saranno più a rischio. 
Bandiere e proteste davanti al Municipio. Non si vedevano dai tempi di Fassino
Questo dicono i sindacati. 
E ovviamente lo dicono pure i rappresentanti della sinistra, tipo Artesio (Torino in Comune) e Grimaldi (Sel): " la Giunta comunale propone che ogni museo proceda al proprio appalto in autonomia mentre nel frattempo, come nel caso del Polo del 900 e quindi del Museo Diffuso della Resistenza, taglia 300.000 euro per le spese di funzionamento". Ricordo by the way che 300 mila euro era - finora - l'intero contributo del Comune al Polo del 900.
L'assessore alle Fontane (e ai Musei) invece dice che
 agli attuali lavoratori saranno garantiti il posto e lo stipendio.
Chi dice il vero? Chi parla con lingua biforcuta? Lo scopriremo soltanto vivendo.

Una delibera con sorpresina

Nell'attesa di vivere e scoprire, io ho scoperto una piccola delibera negletta. Ed è un peccato sia negletta: a saperla, si incazzerebbero i lavoratori degli altri musei, quelli affidati alla Fondazione Torino Musei: Gam, Palazzo Madama, Mao, Borgo medioevale.
La delibera (se volete cercarla nel sito del Comune, il meccanografico è 2017 - 01086/026) è stata approvata nella riunione di giunta del 28 marzo scorso, e nessuno ci ha fatto caso: s'era già alzato il polverone per i tagli del bilancio.
Eppure anche questa piccola delibera rappresenta un bel taglio per la Fondazione Torino Musei, che già rischia di perdere un milione e ottocentomila euro di contributo comunale. 
Almeno, io la capisco così. Non so, magari sbaglio. Ve la copio in fondo a questo post: leggetela anche voi, e poi ditemi se ho capito bene.
Ad ogni  modo. L'oggetto è "Fondazione Torino Musei. Definizione dei rapporti di debito-credito relativi a partite pregresse. Approvazione", su proposta dell'assessore Leon "di concerto" con l'assessore Rolando (ahiahiahi...). In sostanza, io apprendo da quella delibera che dal 2008 al 2016 i Comune ha pagato la bolletta del riscaldamento dei musei, perché non era stato scritto nero su bianco che toccava alla Fondazione: un conticino da 3.936.000 euro. 
Dal canto suo, la Fondazione Musei dal 2008 al 2016 ha pagato di tasca propria le manutenzioni straordinarie e altre spese che secondo gli accordi sarebbero a carico del Comune: per un totale di 4 milioni seicentomila euro e rotti. 
A questo punto, il Comune decide di ricorrere al salomonico "chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato": rinuncia a farsi rimborsare il riscaldamento, e la Fondazione rinuncia a farsi rimborsare le spese indebitamente sostenute. Notate, il Comune risparmia e la Fondazione ci rimette all'incirca 600 mila euro di differenza fra i reciproci crediti-debiti, ma tant'è: cosa vuoi che siano 600 mila euro in otto anni, quando ti tolgono un milione e otto con un solo bilancio? Dai, Cibrario, non fare il piangina.

Consigli alle famiglie: come risparmiare 400 mila euro all'anno

Semmai la fregatura sta altrove: la delibera prescrive che d'ora in poi la bolletta del riscaldamento se la deve pagare la Fondazione Torino Musei. Beninteso, con i soldi che ha: anzi, con quelli che le resteranno dopo l'ultima stangata che si profila minacciosa nel bilancio 2017.
Ora, io non ho la minima idea di quanto costi riscaldare Palazzo Madama, la Gam e il resto del cocuzzaro. Se provo a dividere per nove anni la spesa di quasi quattro milioni dal 2008 al 2016, mi viene 437 mila euro all'anno.
Quindi, in base alla delibera di giunta 01086/026 del 28 marzo 2017, la Fondazione Torino Musei subisce in concreto - sotto forma di nuova voce di spesa - una perdita secca di circa 400 mila euro all'anno per tutti gli anni a venire. In attesa dei tagli ufficiali che saranno decisi dal bilancio, ammetterete che è già un bel portarsi avanti, per i nostri allegri potatori. Certo, quella spesa a logica toccava alla Fondazione, dato che le altre bollette (luce, telefono ecc.) le hanno sempre pagate loro: dunque è giusto che paghi. Ciò non toglie che adesso quei 400 mila euro (per non dir dei tagli in arrivo) dovranno pur saltare fuori da qualche parte. Soluzioni possibili: o rinunci a una mostra, o riduci il personale. Non credo che basti razionare la carta igienica.
Ultima osservazione: non vedo scritto nella delibera che d'ora in poi il Comune pagherà le manutenzioni straordinarie e le altre spese a suo carico. E' vero che il punto è pacifico, e quindi non c'è motivo perché non paghi. Ma era pacifico anche prima, eppure il Comune non pagava. Adesso che si sono messi d'accordo, immagino che tutto filerà liscio. Ma se fossi al posto di Cibrario io due righe nero su bianco le chiederei. Non per sfiducia, figurarsi! Giusto per scrupolo.

Il testo della delibera

Con deliberazione del Consiglio Comunale approvata nella seduta dell’11 febbraio 2008 n. 18/2008, (mecc. 2008 00056/026), la Città di Torino ha approvato la nuova convenzione con la Fondazione Torino Musei inerente l’affidamento della gestione dei servizi museali e la gestione in uso dei relativi beni mobili ed immobili... La durata della concessione era stata prevista per i successivi 10 anni decorrenti dalla consegna degli immobili.
Fra le pattuizioni negoziali previste, alcune disposizioni in materia di regolamentazione dei reciproci obblighi hanno nel tempo determinato il sorgere di situazioni che non hanno finora trovato soluzione e che, ove non definitivamente risolte, risultano suscettibili di generare un potenziale contenzioso.
Si tratta in particolare degli aspetti relativi agli oneri per il riscaldamento degli immobili rientranti nella vigente concessione stipulata tra la Città di Torino e la Fondazione Torino Musei; agli oneri per la manutenzione straordinaria degli immobili rientranti nella vigente concessione stipulata tra la Città di Torino e la Fondazione Torino Musei e, infine, agli oneri relativi ad alcune risorse umane di cui si è dotata la Fondazione per lo svolgimento dei servizi durante gli anni di vigenza della predetta convenzione.
In particolare, le situazioni controverse si sono originate a seguito delle seguenti circostanze:
- la concessione sottoscritta tra la Città di Torino e la Fondazione Torino Musei, nel disciplinare la ripartizione degli oneri ometteva di indicare a carico di chi dovessero essere sostenute le spese di riscaldamento. Mentre per tutte le altre utenze la Fondazione ha proceduto a volturare a se stessa i relativi contratti, essendone specificata in convenzione la relativa spettanza, le spese precitate sono state sostenute dalla Città di Torino che ne ha più volte richiesto il rimborso. La Fondazione ha sostenuto di non potervi provvedere, non essendo esse previste a proprio carico dalla convenzione, e anche in considerazione del fatto che il contributo annualmente erogato dalla Città non ne consentiva la copertura, non avendo la sua quantificazione tenuto conto di tale onere;
- la concessione stipulata tra la Città di Torino e la Fondazione Torino Musei oggi vigente pone a carico della Città di Torino gli interventi di manutenzione straordinaria degli immobili in concessione. La Fondazione ha tuttavia evidenziato che la Città non vi ha sempre provveduto e che detti interventi, giudicati non rinviabili, per la parte sotto quantificata sono stati posti in essere dalla Fondazione medesima;
- con deliberazione della Giunta Comunale del 3 maggio 2007 (mecc. 2007 02512/026), la Città affidava alla Fondazione nuovi servizi sulla base dell’art. 10 dell’allora vigente convenzione e contestualmente assumeva il rimborso degli oneri per lo svolgimento di tali servizi, la cui compiuta richiesta formale non è medio tempore intervenuta. Al fine dello svolgimento dei servizi la Fondazione, pertanto, provvedeva a dotarsi delle risorse umane. Detti oneri sono rimasti a carico della Fondazione nonostante l’impegno al rimborso assunto dalla Città.
Premesso quanto sopra in ordine alla tipologia delle questioni controverse, la Città, prima in via autonoma e successivamente con il contributo della stessa Fondazione Torino Musei in funzione di verifica e riscontro, ha provveduto all’esame della documentazione relativa a ciascuna di esse.
... Dall’analisi condotta congiuntamente tra gli uffici della Direzione Cultura, Educazione e Gioventù e della Direzione Controllo Strategico e Direzionale, Facility ed Appalti è stato possibile giungere alla seguente quantificazione degli oneri complessivi di cui si discute, e precisamente:
- le spese relative a riscaldamento e altre utenze degli immobili in concessione ammontano ad Euro 3.936.000,00 con stima a tutto il 31.12.2017;
- le spese di manutenzione straordinaria risultanti dalla documentazione presentata, per interventi realizzati fra il 2008 e il 2016, ammontano ad Euro 3.074.798,40;
- le spese per il previsto rimborso a favore della Fondazione ammontano ad Euro 1.530.914,41 a tutto il 31.12.2016.
Gli approfondimenti istruttori hanno permesso inoltre di constatare, sempre in riferimento alle singole questioni:
- per quanto attiene alle spese di riscaldamento l’obiettiva incertezza derivante dall’imperfetta formulazione della convenzione, che omette ogni indicazione espressa in materia di attribuzioni delle competenze in materia di spese per il servizio di riscaldamento, conseguendone una obiettiva incertezza in ordine alla reale intenzione delle parti al momento in cui fu stipulata la convenzione;
- per quanto attiene alle spese di manutenzione straordinaria, pur dovendosi rilevare la mancata prova documentale delle richieste di intervento nei confronti della Città, la documentazione raccolta ed esaminata è idonea ad appurare senza ambiguità la realizzazione e la consistenza economica degli interventi e la loro riferibilità agli immobili comunali di cui si tratta, oltre alla riconduzione degli stessi alla tipologia della manutenzione straordinaria, convenzionalmente a carico della Città ed effettuata, per contro, dalla Fondazione;
- per quanto attiene agli oneri sostenuti dalla Fondazione, l’esame condotto permette senza dubbio di concludere che essi, nonostante la decisione assunta dalla Città di assumerli a proprio carico, siano rimasti in capo alla Fondazione.
Ne consegue che, senza riconoscersi reciproche responsabilità e allo scopo di deflazione dell’eventuale contenzioso e superamento di ogni situazione di incertezza nei reciproci rapporti giuridici, appare nell’interesse della Città accordarsi con la Fondazione Torino Musei nel senso della rinuncia reciproca ad azionare le richieste di rimborso relativamente alle partite a cui si è più sopra espressamente fatto richiamo.
...
Tutto ciò premesso,
LA GIUNTA COMUNALE
...
D E L I B E R A
1) di approvare che le spese di cui in narrativa, come specificamente ivi indicate e quantificate, siano assunte definitivamente a carico dell’ente che le ha sostenute, rinunciando in favore della controparte, e così reciprocamente, ad ogni azione o eccezione finalizzata a rimuoverne il carico;
2) di subordinare l’efficacia della presente deliberazione alla concreta adozione, da parte dell’organo volitivo della Fondazione Torino Musei, di apposito provvedimento che impegni la stessa nei confronti della Città di Torino nei termini di cui al punto 1) del presente dispositivo per quanto attiene alle partite economiche indicate in narrativa e che preveda l’impegno della Fondazione stessa a volturare i contratti per la fornitura delle spese di riscaldamento degli immobili da essa gestiti a far data dal 1° gennaio 2018 prevedendo altresì che, in caso di ritardo, ad ogni causa dovuto, la Fondazione rimborsi gli oneri di riscaldamento nella misura dalla Città sostenuta a partire dal 1° gennaio 2018 e fino alla data di effettiva volturazione.

Commenti

  1. Ho letto il testo della deliberazione. In premessa non e' citato alcun accordo con la controparte volto ad una definizione delle incertezze del testo della convenzione e al fine di evitare l' insorgere di contenzioso.
    Appare un atto unilaterale della citta' di Torino in contrasto con la natura transattiva che ne sembra il fine. Non saprei davvero in quale categoria negoziale/ giuridica ascrivere questo " parto" delle menti giuridiche comunali.
    A meno che non sia stata creata la categoria giuridica del "colpo di mano"

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    1. La ringrazio: anch'io avevo la sua stessa impressione. Mi consola constatare che qualcuno la condivide. Credo si tratti del famoso principio giuridico del Marchese del Grillo: io so' io, e voi nun siete un...

      Elimina
  2. Ricevo privatamente un commento che mi sembra interessante e quindi pubblico anche qui: "Non conosco nel dettaglio la convenzione che regola i rapporti trà Città di Torino e la Fondazione Torino Musei, ma ritengo che conformemente alle norme vigenti e all'uso comune la ripartizione corretta degli oneri sia esattamente quella che la delibera sancisce, e cioè:
    - le spese ordinarie (manutenzione ordinaria, utenze tra cui riscaldamento) stanno in capo all'Ente che beneficia della convenzione;
    - le spese relative alla manutenzione straordinaria degli immobili stanno in capo alla proprietà (cioè la Città di Torino) fatta salva la disponibilità di risorse nel bilancio della Città stessa.
    Siccome purtroppo la Città fa sempre più fatica a reperire risorse per la manutenzione straordinaria dei propri immobili, gli enti concessionari si trovano nella condizione di dover anticiparne le spese istituendo nei propri bilanci un fondo dedicato: il primo anno lo si può chiamare "manutenzioni straordinarie", dopo qualche tempo lo si può ahimè denominare "crediti inesigibili".
    Il dato contabile è che la Città rischia di essere insolvente nei confronti degli Enti, ma la clausola "fatta salva la disponibilità di bilancio" non la espone a contenziosi.
    Il dato economico è che a fronte di ulteriori tagli può risultare improbo trovare risorse per istituire fondi dedicati alle spese straordinarie nei bilanci degli Enti, che legittimamente hanno come urgenza la tutela del lavoro dei propri dipendenti e che quindi si trovano con il cerino in mano

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