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CLASSICONI ALLA RIBALTA: TUTTE LE F.A.Q. DEL FESTIVAL

Martini e Barbera rispondono alle F.A.Q. del Festival
E niente, a me in queste occasioni viene sempre in mente quella vignetta di Altan con i due giornalisti che parlano. Uno dice: "Ehi, capo, non è successo un cazzo". E l'altro: "Benissimo, mandiamo tre inviati e titoliamo Tragico Vuoto".
Difatti, stamattina gli scribi assediano la direttrice del Festival Emanuela Martini e il direttore uscente del Museo del Cinema Alberto Barbera per suggere succulenti scoop sulle principali non notizie del Tff.

Le Frequently Asked Questions (F.A.Q.) che agitano i mastini dell'informazione sono, nell'ordine:
1) Si farà il Tff nelle periferie? E il Tff si sposterà a giugno?
2) Barbera resterà al Museo del Cinema almeno come consulente artistico?
3) Paolo Sorrentino sarà il prossimo guest director del Festival? E c'è dissidio su tale scelta fra Emanuela Martini e Paolo Damilano?

Vecchie risposte a vecchie domande

Alla seconda e alla terza F.A.Q. gli interessati hanno risposto almeno venti volte, ma i mastini dell'informazione non se ne danno pace. La gente deve sapere, no? Io li ammiro, Emanuela e Alberto. Al posto loro avrei già messo le mani in faccia a qualcuno. Loro sono serafici e rispondono come sempre hanno risposto. Leggetevi uno dei post che vi ho linkato, c'è tutto. Comunque, per vostra comodità, riassumo:
1) Sì, si possono fare proiezioni in periferie, se si trovano le sale e i soldi. No, il Festival sta bene dove sta, per le ragioni mille volte ripetute, ma se vogliono un'edizione estiva qualcosa si può imbastire, sempre che si trovino i soldi. Questo dice la Martini, Aggiungo io che a Torino non c'è più un soldo per far ballare un orso, figurarsi per fare un secondo festival, anche piccolo. Sicché resta ciò che è, cioé una battuta di spirito, la dichiarazione di Emanuela Martini a proposito delle star che i fautori del festival glamour vorrebbero vedere zompettare a camionate sul red carpet: "Datemi i soldi e vi porto Bruce Willis o chiunque altro". E se mi mettete le ruote divento un tram. 
2) Nessuno ha chiesto a Barbera di restare come consulente. Se glielo chiedono, lui resta, Se non glielo chiedono, lui va. Se va (e mi sa che andrà, poiché, com'è noto, il sindaco e Appendino gliel'hanno giurata), chi curerà l'attività scientifica e espositiva del Museo? E boh? Certo non può farlo un direttore che, a norma di bando, ha solo competenze amministrative: non è richiesta infatti esperienza cinematografica, bensì gestionale. Ma non è un problema, commenta Barbera a titolo personale, basterebbe cambiare lo Statuto e inserire la figura del direttore artistico, come in qualsiasi altra fondazione similare - compresi, per dire, il Regio e lo Stabile. Però facciano loro. Barbera si chiama fuori.

Direttore del Museo: qualcosa si muove

A queste dichiarazioni io aggiungo, a vostra edificazione, che la faticosa ricerca del direttore (amministrativo) del Museo procede: pare che ci sia una nuova figura interessante, il 29 si riunisce il CdA per discuterne, vedremo se le baruffe politiche riusciranno a mandare di nuovo tutto in vacca. Però non mi pare un problema essenziale: tanto, se lorsignori non doteranno il Museo di un responsabile artistico-scientifico, il Museo in vacca ci andrà comunque. E' solo questione di tempo.
Oh, che fatica. Sono cose dette e ridette, ma un sacco di gente ancora non le ha assimilate. 

Sorrentino, la cortesia e i piani di realtà

Sorrentino premiato: da sinistra, Barbera, Parigi, Sorrentino e Damilano
La fotografia l'ha pubblicata Antonella Parigi sulla sua pagina Facebook
Veniamo al punto 3. Ieri sera, alla consegna del Premio Langhe-Roero e Monferrato, il presidente di Film Commission e Museo del Cinema Paolo Damilano butta lì a Paolo Sorrentino la proposta che qualsiasi presidente eccetera eccetera farebbe a qualsiasi celebre regista premiato: perché non lo fai una volta tu, il guest director? Paolo Sorrentino, persona cortese, risponde che ci si può pensare, come risponderebbe qualsiasi persona cortese in simili circostanze. Poi spiega ai giornalisti: "Certo, se me lo chiedono e se non sono impegnato, ben volentieri". E che cosa doveva rispondere? No, manco morto, il vostro festival fa schifo, la vostra città è una chiavica e a voi vi puzza il fiato?
Emanuela Martini, che è una gran direttrice ma ancora non ha ben capito come funzionano i media, richiesta di un commento sulla mezza dichiarazione di Sorrentino, risponde che lei non ha nulla contro Sorrentino, anzi, però le risulta che l'anno prossimo sarà impegnato col lavoro
Di conseguenza - poiché i media ogni giorno hanno l'esigenza di appiccicare da qualche parte un tot di etichette "il caso" - nasce la teoria di un disaccordo fra Martini e Damilano su Sorrentino guest director della prossima edizione.

Ma sì, ma sì, prima o poi Sorrentino arriva...

E oggi la pantomima si replica. Martini, alle pressanti domande dei mastini dell'informazione, ripete paro paro che lei non ha nulla contro Sorrentino, anzi, però le risulta che l'anno prossimo sarà impegnato col lavoro. I mastini dell'informazione non sono convinti. Qualcuno azzarda che, pur impegnato, Sorrentino un paio di giorni per venire al Festival li può trovare. Urge corso accelerato per distinguere un'ospitata da una "direzione ospite". In sintesi, la seconda implica un minimo di lavoro e presenza nel corso dell'anno.
L'ultima parola la mette, misericordioso, Barbera: "Quando Sorrentino non avrà impegni di lavoro, farà di sicuro il guest director del Tff". Spera così di darci finalmente un taglio.
Missione compiuta, c'è il titolo per domani: "Barbera lancia Sorrentino guest director".

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