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DUE SFUMATURE DI ROSA: PARATISSIMA COME ARTISSIMA, E' LA SFIDA DEL COLORE


E la comunicazione di Paratissima: stesso carattere, stesso rosa
La comunicazione di Artissima...
L'arte contemporanea a Torino è tutta rosa.
Ma la faccenda non entusiasma la direttrice di Artissima Sarah Cosulich.
Basta dare un'occhiata alla promozione di Artissima e a quella di Paratissima per capire perché: Paratissima - rassegna indipendente, che rientra tra le manifestazioni del cartellone di Contemporary ma non ha nulla a che fare con Artissima - quest'anno sfoggia, dal sito ai manifesti, una veste grafica molto simile a quella tradizionale di Artissima: stesso carattere tipografico e soprattutto stesso colore, il rosa. Benché in una sfumatura lievemente diversa.
L'uso del medesimo layout - scelta non casuale, a giudicare da certi commenti apparsi su Facebook - può suggerire l'idea che si tratti della medesima manifestazione, semmai di sezioni diverse di un'unica manifestazione. Un equivoco in cui potrebbe cadere il pubblico meno "specializzato". 

Contromosse difficili

Non so se ci siano margini per una contromossa. Il marchio di Artissima è registrato, è vero, ma soltanto come nome: non è associato a nessun carattere tipografico e a nessun colore. E comunque i colori non si possono registrare, sennò il rosso sarebbe da tempo monopolio della Coca Cola.
Resta l'ipotesi dell'imitazione volta a trarre in inganno il cliente: ma occorre dimostrare che i clienti (i visitatori) possono davvero cadere nell'equivoco. Improbabile se pensiamo a un collezionista internazionale o a un esperto del mondo dell'arte; ma come la mettiamo con il signore di Asti che viene a Torino "a vedere quella mostra là, quella che finisce in issima"? Ricordate la vecchia pubblicità "non è vero che tutto fa brodo"

Un'operazione dadaista

Dal punto di vista di Paratissima, che a suo tempo nacque come ironico e alternativo contraltare all'ufficialità di Artissima, l'operazione potrebbe valere non solo come una banale furbata per acchiappare più visitatori, bensì come uno sberleffo dadaista, molto "artistico". 
Paratissima andrà a To Expo: allestimento in rosa, naturally

To Expo: perché loro sì e noi no?

Non credo però che Sarah Cosulich sia incline ad apprezzare. La immagino già di malumore perché Paratissima, pur fra le mille difficoltà che ben conosciamo e che non si sono ancora risolte (la delibera definitiva è attesa per domani), alla fin fine si farà a To Expo: una sede che la Cosulich ha chiesto invano pur di fuggire dall'Oval dove paga un affitto strabiliante alla solita Gl Events, proprietaria di Lingotto Fiere. Ma anche per Artissima, come per il Salone del Libro, vale il diktat del Comune per cui o si va al Lingotto, o si va al Lingotto. Con buona pace dei bilanci.

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