Passa ai contenuti principali

PIAZZA VITTORIO: LE BARACCHE, L'ASSESSORE E LA CITTADINA

Il delirio di giornata in piazza Vittorio Veneto
La foto che pubblico qui a fianco va ad aggiungersi allo sterminato repertorio degli obbrobri perpetrati ai danni delle piazze auliche torinesi, e segnatamente di piazza Vittorio.
Ma oggi sono riflessivo e pensoso, e vorrei dedicare a questa triste immagine una riflessione più ampia. Che parte da un recente incontro che mi ha profondamente impressionato.
L'incontro con l'assessore Mangone.
E' andata così.
Qualche giorno fa vado in Consiglio comunale (lo faccio, talora, per deprimermi) e mi presentano questo assessore al Commercio Domenico Mangone. Per fraternizzare gli dico subito che, anche per quanto di sua competenza, le baracche nelle piazze auliche mi fanno schifo.

La conversazione con l'assessore

Il Mangone un po' s'attapira e replica con il consueto argomento:"Ah, ma allora vuoi che non ci sia mai niente, vuoi che le piazze restino sempre vuote!".
Io ribatto che di per sé la cosa non mi addolorerebbe; tuttavia avrei preferenza per una gestione intelligente (capisco: è chiedere la luna) della faccenda. Insomma, un po' di selezione: sia per i contenuti (Quattro Salti in Padella? Anche no) sia per i contenitori (pure i tendoni hanno diverse gradazioni d'orrore).
Il Mangone, da sincero democratico, si preoccupa: "Ah sì? E chi decide?".
L'obiezione è sensata: in effetti da tempo mi domando chi è che decide (e se c'è chi decide) in Comune. Tuttavia rispondo che potrebbero trovare (immagino con enorme fatica) qualcuno dotato di normale intelligenza e un minimo di senso estetico (ma basterebbe pure il semplice buon senso), in grado di discernere fra un concerto d'archi e la sagra della frittella.
L'assessore Mangone
L'argomento non scalfisce il Mangone che, come in varie occasioni la sua collega Ilda Curti, assessore all'Arredo Urbano, mi fa notare che si tratta comunque di occupazioni per brevi periodi; e che i gazebi hanno dimensioni ridotte. Ilda Curti, a suo tempo, mi aveva accennato a "un regolamento approvato nel 2009 dal Consiglio Comunale... che prevede che su piazza Vittorio (non su altre piazze auliche) si possano autorizzare occupazioni di suolo pubblico di carattere promozionale purché inferiori ai 16 mq e per un periodo di tempo inferiore ai 5 giorni".
La prima notazione del Mangone è speciosa: se io concedo a un frittellaro di occupare uno spazio in piazza Vittorio per tre giorni, e subito dopo rilascio la stessa autorizzazione a un apostolo della bicicletta, e poi agli attivisti della tutela delle aragoste, e poi ai virtuosi del cioccolato, e poi al festival dei rockettari smarriti, e poi ai venditori d'auto, e poi ai taglialegna della Val Trompia e poi eccetera eccetera, il risultato è che la piazza sarà permanentemente occupata da gazebi, balli, danze e fritture. Come risulta dal servizio Meteo-baracca offerto nei mesi scorsi da questo blog. E fonti bene informate mi confermano difatti che nei prossimi mesi piazza Vittorio non conoscerà un weekend senza accampamenti circassi.
La seconda notazione dimostra semplicemente che il Mangone (come presumo altri della giunta) non passa mai da piazza Vittorio. Si veda a tal proposito la fotografia che illustra questo post e che rappresenta il tendone comparso ieri: occupa un intero isolato lineare della piazza. Se quel capanone misura 16 metri quadrati, io sono il centravanti dell'Argentina. E comunque, se quelle sono "dimensioni ridotte", l'orgoglio di molti maschi subirà una durissima disfatta.
Ormai scoraggiato, mostro al Mangone alcune fotografie degli scempi imposti a piazza Vittorio negli ultimi mesi. Fotografie che i lettori di questo blog ben conoscono. Il Mangone obietta che molti scempi non rientravano nella sua sfera di competenza. E che altri non sono poi così male. La prima obiezione è imbarazzante (la responsabilità è sempre di qualcun altro: ma si parlano, questi? Riescono a mettersi d'accordo su qualcosa?); la secondo non lascia dubbi sullo spiccato senso estetico degli assessori del Comune di Torino. Infatti, quando gli cito la friggitoria all'aperto che di recente ha occupato piazzale Valdo Fusi, Mangone s'illumina, estasiato: "Ah, quella è stata una cosa bellissima".
Basta. Mi arrendo. Vicisti, Mangone. Hai vinto tu, o Mangone.

La modesta proposta di una modesta cittadina

La romantica visione che mi godevo ieri sera in piazza Vittorio
Ieri sera contemplavo l'obbrobrio di piazza Vittorio tendonata. Ero in compagnia di una cara amica, residente in piazza Vittorio e tutt'altro che sostenitrice della "quiete del cimitero" auspicata dai più estremi (ed esasperati) abitanti della zona. L'amica mi diceva: "Io capisco che il Comune abbia bisogno di soldi, e mi auguro che con queste concessioni ne incassi molti. Capisco anche che sia più interessante per chi cerca visibilità affittare uno spazio qui piuttosto che in una piazza di periferia. E non mi considero proprietaria esclusiva del centro storico di Torino. So di essere una privilegiata perché abito in una delle più belle piazze del mondo. E sono convinta che la città sia come un condominio, e che si debbano accettare certi disagi per il bene di tutti. Se il Comune mi dicesse 'ti mettiamo i tendoni in piazza, però con i soldi che incassiamo finanzieremo un progetto di riqualificazione di quella o quell'altra periferia', ecco, io mi sentirei trattata da cittadina consapevole, e mi accollerei senza troppa rabbia il disagio, sia estetico, sia sonoro, sia olfattivo. A condizione che ci sia qualche momento di tregua; perché immagino che neppure in piazza Falchera sarebbero felici di avere questo scempio sotto casa tutti i maledetti weekend, nessuno escluso".

Un piccolo passo verso la civiltà

Ho pensato che la mia amica sarebbe un assessore (e pure un sindaco) migliore di certi che conosco. E soprattutto ho pensato che lei - a differenza di altri - ha ben chiari alcuni semplici principii (solidarietà, informazione, partecipazione) che distinguono il cittadino dal suddito. Non ci vorrebbe molto: basterebbe un cartello davanti al gazebo di giornata che dichiari quanto quell'obbrorio rende al Comune, e come il Comune intenda utilizzare i denari incassati (e non ci starebbero male pure due righe di educate scuse per il disagio); e già avremmo compiuto un piccolo ma significativo passo verso la civiltà.
Intanto, per attrezzarmi e attrezzarvi, sono andato a cercare in rete l'aureo "Vademecum sull'occupazione del suolo pubblico" stilato dal Comune, e ve lo linko qui. Tanto per informarsi, appunto.

Commenti

  1. E oggi l'obbrobrio è raddoppiato tra via Vanchiglia e via Bava. Ma sarà senz'altro un'attività "culturale" e "sociale" e non commerciale. Ed è comunque un obbrobrio al quadrato

    RispondiElimina
  2. Bravo Gabo! aggiungasi ai capannoni gli spazi pubblicitari perpetui tesi sui ponteggi dalle perpetue ristrutturazioni degli edifici di Piazza Vittorio.
    Ci vorrebbe un mouse per cliccare sulle crocette e chiudere tutti gli spot che compaiono continuamente sugli schermi montati sulle piazze auliche di Torino.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Va però detto che i ponteggi sono dei privati che ristrutturano la facciata, e che con la pubblicità rientrano in parte delle loro spese (fra cui l'occupazione del suolo pubblico). E' vero che certe ristrutturazioni durano secoli. Ma al momento in piazza Vittorio non ci sono ponteggi "illustrati". Almeno, di recente non mi sembra di averne più visti. E mi pare un miracolo.

      Elimina
  3. E noi che siamo invidiosi adesso in via Roma abbiamo il calcio balilla più lungo del mondo!

    RispondiElimina
  4. Sì ma forse ti sei perso questa proposta di delibera di Silvio Viale consigliere comunale e vicecapogruppo del PD che, illuminato sulla via di Damasco (lui e il PD torinese al governo della Città da tempo), dopo anni di obbrobii nelle piazze auliche promossi e sostenuti proprio da loro (a suon di centinaia di delibere approvate e firmate fra l'altro sempre anche da Curti e Mangone), ora, in piena campagna elettorale, danno un forte segno di ravvedimento anche se, stando a quello che sta succedendo in piazza Vittorio (e che continuerà a lungo nei prossimi weekend), non si vedono risultati sul campo...mah mi pare di stare in un film di Totò:

    DELIBERA (Silvio Viale vicecapogruppo PD )
    Oggetto: tutela piazze auliche, modifica del Regolamento C. O. S. A. P. Canone di Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche

    Premesso
    - che è cresciuta la sensibilità culturale nei confronti dei luoghi aulici della città, in particolare delle piazze del centro, spesso occupate da manifestazioni improprie che impediscono a passanti e turisti di godere appieno del significato storico-ambientale;
    - che sempre più spesso si concedono deroghe per manifestazioni di vario tipo che poi eccedono nelle irregolarità, confidando nella scarsa rilevanza della sanzioni;
    - che il sindaco Piero Fassino ha giustamente più volte sollevato la questione;
    - che le seguenti aree sono da considerare di pregio storico-ambientale: Piazza San Carlo, Piazza Vittorio Veneto, Piazza Carignano, Piazza Castello, Piazza Carlo Alberto, Piazza Palazzo di Città, Piazza Carlo Felice, Piazza CLN e Piazza Statuto;
    il Consiglio Comunale di Torino
    delibera
    1. di modificare l’articolo 23 del Regolamento C. O. S. A. P. Canone di Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche, aggiungendo il punto 7. “Non sono consentite manifestazioni ed eventi in Piazza San Carlo, Piazza Vittorio Veneto, Piazza Carignano, Piazza Castello, Piazza Carlo Alberto, Piazza Palazzo di Città, Piazza Carlo Felice, Piazza CLN e Piazza Statuto, se non previo provvedimento di autorizzazione in deroga da parte del Sindaco, che ne valuta l’impatto e la necessità.”

    PS: il testo è la bozza, ma sostanzialmente dovrebbe coincidere con quello definitivo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gentile lettore, temo che sia lei ad essersi perso qualcosa: http://gabosutorino.blogspot.it/2015/04/una-delibera-contro-i-baracconi.html
      Gabo è molto attento, su questi temi

      Elimina
    2. Ops!! Chiedo scusa!

      Elimina
    3. Si figuri. Grazie per l'attenzione, e ancor più grazie se in futuro mi userà la cortesia, quando vorrà scrivermi, di appalesare il suo nome. In genere preferisco non pubblicare i commenti anonimi, mi sembrano cheap. Saluti.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la