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CROWDFUNDING PER IL FILM SU ALBERTO SIGNETTO

Alberto Signetto è morto il 26 gennaio scorso

Ricevo dall'amica Marilena Moretti, e volentieri pubblico, questo appello per sostenere la realizzazione del film dedicato ad Alberto Signetto, il regista torinese scomparso prematuramente le scorso 26 gennaio.


Abbiamo bisogno della vostra solidarietà per ultimare la post produzione del film Walking with Red Rhino – A spasso con Alberto Signetto.
Ecco due lettere: l’appello di Alessandro Signetto e la mia dichiarazione personale.
Vi chiedo di condividerle con i vostri contatti e di aderire alla raccolta fondi.
Aiutateci a sostenere il film!
Grazie davvero,
Marilena Moretti

LETTERA DI ALESSANDRO SIGNETTO

Cari amici,

quasi due anni fa, nel gennaio 2013, quando si era saputo della malattia di Alberto, si era fin da subito creata una grande mobilitazione di affetto e di solidarietà nei suoi confronti.
Rinnovo qui il mio ringraziamento a tutti voi che gli siete stati vicini fino all’ultimo. I fondi raccolti con la colletta e la festa all’Hiroshima sono stati provvidenziali. Lo hanno aiutato ad affrontare le cure senza assilli economici e gli hanno permesso di avere alla fine -anche se per un troppo breve periodo- una nuova casa.

Della somma raccolta, dopo la scomparsa di Alberto a gennaio di quest’anno, erano rimasti circa 8.000 euro, che sono serviti interamente per le esequie (5.000 euro), gli affitti, le bollette di luce e gas, le spese condominiali. Mi sembra giusto che ciascuno di voi sappia cosa ne è stato dei fondi che avevate donato con generosità.

Tuttavia, esiste ancora un modo per testimoniare l’affetto e la stima per Alberto, in particolare per la sua figura di filmmaker indipendente.
Come sapete, Marilena Moretti sta finendo il documentario a lui dedicato, dal titolo Walking with Red Rhino – A spasso con Alberto Signetto, frutto di quattro anni di lavoro (le prime riprese risalgono al luglio 2010).  Il film segue Alberto nella sua ultima avventura umana e cinematografica, e ne restituisce la complessità, sia come  intellettuale, artista, cineasta rigoroso, che come uomo libero.

Il film, che è in fase di post produzione, non sarebbe stato possibile senza la disponibilità dei cineasti torinesi, in particolare dell’associazione 100 Autori, della Film Commission e di Rossofuoco, e di tanti amici musicisti. A tutti loro vanno i nostri ringraziamenti, mio e di Marilena.

Proprio per questo faccio nuovamente appello alla vostra generosità. Vi chiedo di partecipare al progetto, sostenendo economicamente le ultime fasi di lavorazione. Finora Marilena e Rossofuoco hanno sostenuto tutti i costi, in attesa del contributo di 10.000 euro erogato dal Piemonte Doc Film Fund. Ma mancano ancora circa 6.000 euro per completare il film.

Ora è importante  il vostro aiuto!

Abbiamo messo a disposizione un conto corrente per raccogliere i fondi necessari.
Ecco i dati bancari:
ROSSOFUOCO
CAUSALE: PRO ALBERTO SIGNETTO

A tutti i donatori verrà inviato il dvd. Saranno anche a disposizione la locandina, la maglietta di Red Rhino e le ultime opere grafiche di Alberto, calendari e affiches.

Intanto potete vedere su Youtube il promo e il trailer del film Walking with Red Rhino A spasso con Alberto Signetto.

Per gli iscritti a Facebook, chiedo di cliccare “Mi piace” sulla pagina dedicata al film e condividerla.

Sul sito di ROSSOFUOCO  trovate tutte le informazioni sul progetto .
http://www.rossofuocofilm.it/produzioni_film.htm  aprendo la sezione “film in produzione”

Ancora una volta ringrazio tutti e vi chiedo di sostenere il progetto. Come primo atto, fate girare la mail.

Un abbraccio,

Alessandro Signetto


LETTERA DI MARILENA MORETTI


Erano i primi anni ‘80, io e Alberto cominciavamo insieme a lavorare come registi alla Rai di Torino. Lui irruente, creativo, debordante. Un affabulatore, simpatico, ironico. Un cinefilo accanito, un appassionato di Godard, della Nouvelle Vague francese e del cinema underground americano. Un esperto di musica rock e un lettore onnivoro.
Mentre io mi occupavo di programmi di intrattenimento, lui esordiva filmando i Rolling Stones durante la loro tournée italiana, nel 1982. Ma prima era già stato assistente di Anghelopoulos e di Jean-Marie Straub. E in seguito avrebbe lavorato con Robert Kramer, Jean Rouch, Raoul Ruiz…
Mentre io me ne andavo a Roma come tanti, inseguendo “la carriera”, lui decideva di restare a Torino. Occasionalmente mi arrivavano sue notizie, sempre alle prese con problemi di soldi, con progetti irrealizzabili, in perenne precarietà e nomadismo. E il mio giudizio era, allora, ingeneroso: velleitario, inconcludente...
Nel marzo del 2010, il festival Piemonte Movie gli ha dedicato un omaggio, con una retrospettiva di tutti i suoi lavori. Io ero in sala. Lui ha preso la parola e, in una sorta di pubblica confessione, ha dichiarato di sentirsi “stremato” per quella lunga lotta contro il mondo. Si è messo a nudo, con una sincerità quasi imbarazzante. Avrei voluto abbracciarlo. Quella sera l’ho riscoperto, come persona e come artista. E ho capito il prezzo altissimo pagato per la sua coerenza.
Nei suoi lavori c’è il segno dell’originalità e della genialità. Mentre molti di noi si piegavano alle leggi del mercato, lui ha sempre continuato con ostinazione a “fare il suo cinema”, ottenendo apprezzamenti nei festival internazionali: una delle sue opere, “Weltgenie”, un piano sequenza di quattro minuti e mezzo, è nel video-catalogo storico del festival di Kassel. I suoi lavori sono stati visti, oltre che in Europa, in Cina, in Argentina, in Tunisia, in Marocco. Eppure in Italia era pressoché uno sconosciuto. Un “cineasta marginale”, come aveva scritto lui stesso,  provocatoriamente, su un cartello appeso al collo durante una manifestazione.
Quella sera ho sentito che Alberto meritava un risarcimento. Io personalmente gli dovevo un risarcimento. Chi dei due era perdente? Lui, rimasto fedele alla sua vocazione, o io che l’avevo smarrita per strada?
Quella sera ho deciso che “dovevo” far sentire la sua voce e mostrare il suo coraggio. Dovevo portare una luce in quel buio che lo stava inghiottendo, nel disastro dove stava precipitando... La malattia poi ha preso il sopravvento. E io gli sono stata vicina, filmandolo, fino all’ultimo.
Restituire memoria di lui e della sua arte è il mio modo di chiedergli scusa. 


Marilena Moretti

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