Passa ai contenuti principali

LA CULTURA STRANGOLATA: PSICODRAMMA ALL'AGIS, E NAVELLO SPARA SU BARICCO

Beppe Navello (a sinistra) e Graziano Melano di Teatro Ragazzi alla conferenza stampa di stamattina
Stamattina sono andato all'incontro all'Agis con gli operatori del teatro e della danza - le piccole compagnie, per intenderci, o quelli che adesso si chiamano "imprese di produzione". Gente alla canna del gas. Comune e Regione gli hanno più che dimezzato i finanziamenti, e per di più non glieli pagano, o li pagano con  ritardi abissali. Alcuni aspettano i soldi da due anni. E intanto hanno già saldato di tasca propriua i fornitori, gli artisti, gli alberghi. Ipotecandosi magari la casa. E pagano gli interessi alle banche sui mutui che ottengono in attesa di ricevere i contributi. Ammesso e non concesso di ottenerli, i mutui, perché le banche non si fidano più. Non si fidano più neppure i fornitori, gli artisti, gli alberghi. E' un mondo che sta morendo. Fate conto: queste compagnie sono in "credito", verso Regione e Comune, di 8,8 milioni di euro. E aspettando, scuciono alle banche qualcosa come 500 mila euro d'interessi all'anno. Da farci un festival. Nota a margine: negli ultimi due-tre giorni, dopo che era stata annunciata la protesta, qualche soldino è arrivato. Che combinazione...
Ma voi che leggete gabosutorino queste cose le sapete da mo'. Qui voglio raccontarvi due o tre cosette che sono venute fuori stamattina, e che difficilmente troverete altrove.
Intanto, la tranvata che Beppe Navello, il direttore della Fondazione Teatro Piemonte Europa
, tira a Baricco: "Ho letto che è il maggior candidato al ministero della Cultura, con Renzi. Mi è sono ricordato un articolo che scrisse su Repubblica contro i soldi pubblici alla cultura. Proprio lui. Uno che ha passato mezza vita fra Rai e enti lirici, ricevendo indirettamente soldi pubblici. Alle primarie ho votato Renzi, ma adesso mi viene da passare a Storace. Baricco ministro della Cultura, con certe idee, è una follia italiana". Questo ha detto Navello. Tanto per gradire.
Seconda roba gustosa. Interviene Giampiero Leo. Ok, è cominciata la campagna elettorale, è venuta pure la Pentenero a giurare amore e sostegno alla cultura. Ci sta. Ma Leo, che non deve certo dimostrare di amare la cultura, può anche permettersi di strigliarla, la cultura. E lo fa: "Pochi di voi si sono battuti - dice ai vari operatori culturali. - Anche ieri, quando il presidente dei Costruttori è saltato su a dire che alla cultura si danno troppi soldi, io sono stato l'unico a rispondergli. E ho già ricevuto delle telefonate di costruttori che mi dicono che non mi voteranno. Me ne farò una ragione". Giù duro, cazzutissimo. Adesso la sfida è affrontare il collasso della Regione. Gli uffici non sanno che pesci pigliare. Le richieste dei finanziamenti devono arrivare entro il 20 marzo, ma sarà possibile dare corso alle delibere prima del voto di maggio? Leo è pronto a fornire la copertura politica, e a coinvolgere altri colleghi. Però gli operatori culturali devono chiederlo. Muovano il culo. E in futuro, aggiunge Leo, sostengano chi, in qualsiasi partito, difende la cultura. Mica come adesso, che gli assessori alla Cultura regolarmente non vengono rieletti.
Leo e Luca Cassiani, presidente della Commissione cultura in Comune, su questa linea concordano, pur da partiti opposti. "Le lobby economiche che premono sulla politica sono forti, quella della cultura è debole e divisa". Verissimo: quelli della cultura o si strangolano di parole senza costrutto, o cercano di salvare il loro personale orticello. "E invece ci si salva tutti insieme, o tutti insieme si va a fondo". Sconcerto tra la folla. A margine, vi segnalo anche che Cassiani, con onestà, riconosce la crescita dell'ormai uscente assessore regionale alla Cultura Coppola. "E' partito male, ma ha seguito un percorso, e ha fatto molte cose buone". Con l'aria che tira, è un bel gesto, non c'è che dire.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la