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L'IMPRESCINDIBILE LEGGEREZZA DEL FESTIVAL


Tff, ultimo ciak: Virzì e Martini chiamano sul palco del Reposi l'intera "squadra del Festival". Hanno vinto insieme
Domenica dopo Festival. Se vi siete persi qualcuno dei film premiati, potete recuperare oggi. Li proiettano al Massimo. Invece, nel caso remoto che possa interessarvi, qui c'è il commento che mi hanno chiesto ieri sera da La Stampa per la prima pagina: si intitola "Contro la crisi serve un sorriso". Credo che sia vero. Ci ho messo una vita per capirlo, ma è così. Non parlo delle grandi cose, non parlo dell'economia e della politica, non sono abbastanza esperto. Di sicuro, per le nostre piccole, fragili e spesso addolorate esistenze, beh, la leggerezza funziona. Può aiutarci a vincere le battaglie della vita. E se le perdiamo, pazienza, si vede che era destino: e senza leggerezza avremmo perso lo stesso, ma divertendoci molto di meno.
Vabbè, basta filosofia delle otto del mattino. Ancora due foto, i due estremi della serata di chiusura. Sopra vedete il sor Virzì e la sua vice Emanuela Martini mentre chiamano sul palco, per l'ultimo hurrà, la squadra con cui hanno fatto il Tff31. E qui sotto lo striscione dei lavoratori del Museo del Cinema durante la manifestazione davanti al Reposi: c'è scritto "Museo del Cinema condannato - Vogliamo il pane e le rose". Anche questo è Festival.
All'anno prossimo.
E per favore, sor Virzì, non fare l'ombretta scontrosa del Mississippi: torna, questa Festival aspiett'attè.
Vogliamo il pane e le rose: citazione cinematografica per i lavoratori del Museo del Cinema

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