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ARTISSIMA TRA OVAL E PALAOLIMPICO. MA QUANTO MI COSTI?

Un concerto al PalaOlimpico Isozaki: la struttura è stata offerta per ospitare Artissima 2014. Costa meno dell'Oval
Adesso che Artissima è finita, si fanno i conti. Tanti visitatori - 50 mila, dicono - e molta soddisfazione (le gallerie hanno pure venduto, e per una fiera d'arte questo è tutto). Però pesa sul bilancio l'affitto dell'Oval, 750 mila euro. Domani il Comune tenterà di strappare uno sconticino alla società che gestisce il Lingotto, la società francese Gl. Ma vi pare bello stare a contrattare come in un suk, per di più a cose fatte? Non era meglio accordarsi prima? Posso dire che questi mi paiono sistemi bertoldeschi? E pure un po' straccioni?
La verità è che le tariffe praticate da Gl sono, a detta di qualificati operatori, decisamente pesantucce. E' questo il grido di dolore che arriva da qualsiasi manifestazione che va al Lingotto. A cominciare dal Salone del Libro: il povero presidente Picchioni ogni anno ci fa una malattia. Né si capisce perché una iniziativa finanziata con soldi pubblici debba scegliere senza gara d'appalto una location bella quanto volete, ma cara come il fuoco. Ho consultato con certosina cura l'Antico e il Nuovo Testamento, e non ho trovato un solo versetto che recitasse "Non avrai altra sede all'infuori del Lingotto".
Va da sé che quelli di Gl hanno le loro buone ragioni: l'Oval viene usato, se va bene, venti giorni all'anno, e dunque in quei venti giorni i francesi devono portare a casa il risultato. Però è il mercato, bellezza: e c'è chi s'è fatto sotto con un'offerta più economica. E' Giulio Muttoni, consigliere delegato di ParcoOlimpico, la società che gestisce gli impianti che ci sono rimasti sul groppone dopo i Giochi del 2006. Di quegli impianti, il pezzo pregiato è il PalaOlimpico, dove Muttoni, con la sua società Set Up, organizza i grandi spettacoli che passano a Torino (prossimi appuntamenti, il Cirque du Soleil e i Negramaro). Muttoni già un anno fa aveva contattato l'amministratore delegato di Artissima, Coppa, offrendogli il PalaOlimpico come sede di Artissima. Coppa era andato, aveva visto e s'era interessato. Certo: tra foyer e platea, e pur tenuto conto che si può togliere una parte delle gradinate per recuperare metri quadrati, al PalaOlimpico c'è meno spazio che all'Oval. Ma tanto l'idea di Artissima, per il futuro, è di diminuire il numero delle gallerie invitate, alzando la qualità. Ad allettare Coppa è soprattutto la proposta d'affitto che gli ha fatto Muttoni: 400 mila euro anziché 750 mila, compresi gli allestimenti chiavi in mano. Trecentocinquantamila euro di risparmio. Eppure, per quel che lo conosco, Muttoni non è San Francesco: non aspira all'evangelica povertà e se chiede una cifra è perché ci guadagna. Muttoni ha pure messo sul piatto della bilancia l'opportunità di arricchire Artissima, a fronte di un supplemento di 35-40 mila euro, con  spettacoli, concerti e dj set in linea con lo stile della Fiera. Quando si dicono le sinergie.
ParcoOlimpico è una società in cui l'ente pubblico è socio al 30 per cento: nel senso che intasca il 30 per cento dei profitti. Per quelli che non sanno di matematica, vuol dire che di quei 400 mila euro che la pubblica amministrazione - come finanziatrice di Artissima - spenderebbe per l'affitto, gliene tornerebbero in tasca 120 mila in qualità di padrona di casa. Insomma: si tratterebbe di risparmiare 350 mila euro, e guadagnarne 120 mila. Non male. L'ipotesi di Artissima al PalaOlimpico pare piaccia all'assessore regionale alla Cultura Coppola più che al suo omologo comunale, Braccialarghe. Quest'ultimo ha il chiodo fisso di Torino Esposizioni, una delle tante piaghe aperte di Torino, che Braccialarghe vorrebbe recuperare. Quindi preferirebbe vedere lì la prossima edizione di Artissima (sempre che i francesi di Gl non scendano a più miti pretese: ipotesi peraltro del tutto accademica). L'offerta di Muttoni è stata accolta, a Palazzo Civico, con un clamoroso silenzio. Tipo non pervenuta. Strana reazione, considerato che trattasi in pratica un'auto-offerta, provenendo da una società in cui anche il Comune è coinvolto.
Giulio Muttoni, a.d. di Parco Olimpico
Intanto, quest'anno ParcoOlimpico ha di nuovo dato a Paratissima un'altra sua struttura, il Moi, l'ex Villaggio Olimpico. Uno spazio straordinario, che ha certo contribuito al grande successo della manifestazione (si parla di 120 mila presenze). Dico per inciso: chiunque sia passato al Moi nei giorni e nelle notti di Paratissima, ha pensato che quella sarebbe la soluzione per l'infinita menata della movida rumorosa. Concentriamola lì, la movida: in una location che gli fa una pippa a Berlino e Barcellona, con il vantaggio che non c'è nessun residente da tenere sveglio fino alle 5 del mattino, che poi scrive ai giornali e tempesta di telefonate i vigili.
Ma torniamo al Moi: nel 2013 ParcoOlimpico lo ha concesso gratis a Paratissima. Poi è arrivata la bolletta della luce, oltre 3000 euro, e poiché nemmeno Muttoni ci ha scritto Giò Condor, quest'anno, ha pensato bene di chiedere un simbolico "affitto", per l'appunto tremila-tremilacinquecento euro, giusto per non rimetterci. Ne aveva chiesti un migliaio agli Alpini, ai tempi del raduno, perché gli alpini tengono meno luci accese. Alcuni paratissimi si sono comunque lamentati. Muttoni ha tenuto duro. Tra le sue aspirazioni, dicono, non rimetterci prevale sul mecenatismo.


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